Ingegneri di anime
- Editore:
Iperborea
- Collana:
- Gli Iperborei
- Traduttore:
- Paris F.
- Data di Pubblicazione:
- 12 febbraio 2020
- EAN:
9788870916201
- ISBN:
8870916200
- Pagine:
- 364
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Campagne elettorali e pubblicità politica, Letteratura, storia e critica: letteratura dal 1900
Descrizione Ingegneri di anime
Il 26 ottobre 1932 Stalin si presentò a una riunione di scrittori a casa di Maxim Gorky. Stalin dichiarò che i progressi industriali sarebbero stati vani senza la formazione del nuovo uomo sovietico: la produzione di carri armati doveva andare di pari passo con quella delle anime e il compito di forgiarle toccava agli scrittori che furono incoraggiati a cantare le lodi della costruzione di canali e dighe. Da quel momento non ci fu complesso industriale che non avesse il suo racconto celebrativo. Ma il loro entusiasmo – inizialmente spontaneo e idealista – divenne presto un canto di lode obbligatorio. E poiché questi colossali acquedotti portarono alla schiavitù, alla morte e alla distruzione, gli scrittori sovietici lavorano al servizio di un folle progetto totalitario. Combinando il giornalismo investigativo con la storia della letteratura, Westerman trascina il lettore nella selvaggia euforia della Rivoluzione russa, indaga la manipolazione della cartografia in epoca sovietica, racconta il delirante progetto di Stalin di sovvertire l’ineluttabilità delle forze naturali del territorio russo attraverso grandi opere ingegneristiche mai finite (come il prosciugamento del golfo di Kara-Bogaz per estrarre il solfato di sodio) esaminando sia il panorama del “dispotismo orientale” sia i libri – e le vite – degli scrittori catturati dalle ruote del sistema.
Recensioni degli utenti
Ingegneri di anime-29 ottobre 2010
Sulle orme di Paustovskij - ma anche di Gor'kij e Platonov - è una ricognizione nella letteratura sovietica a partire dal realismo socialista. L'idea è quella di studiare le Lettere mettendole in relazione con lo sviluppo della tecnica e dell'industria pesante, con le grandi opere staliniane e le collettivizzazioni, rintracciando negli intenti dei protagonisti (spesso loro malgrado) quella matrice comune auspicata da Stalin. Sta a metà tra il saggio di storia della letteratura (benché sui generis) e il reportage. E' molto interessante e a suo modo originale. Consigliato a chi ha un minimo di infarinatura in storia dell'URSS e nella letteratura dagli anni 30 al disgelo.