India per signorine
- Editore:
Rizzoli
- Collana:
- 24/7
- Data di Pubblicazione:
- 11 Giugno 2008
- EAN:
9788817023238
- ISBN:
881702323X
- Pagine:
- 116
- Formato:
- brossura
Descrizione India per signorine
Per conoscere l'India bisogna gettarsi almeno una volta nei suoi affollatissimi luoghi di culto. Il viaggio di Rosa Matteucci inizia dalla regione del Kerala, dall'ashram di Amma, una famosa mistica che, in un prodigioso spettacolo di esaltazione collettiva, abbraccia ininterrottamente fino a 18.000 persone al giorno, dispensando loro un pizzico di cenere sacra e una caramella, ai più fortunati anche una mela. La seconda tappa è Tiruvannamalai, dove l'incauta visitatrice viene risucchiata da una processione in onore di Shiva: una fiumana di mezzo milione di pellegrini, tra flagellanti indù, zingari distillatori di arak scatenati al ritmo del Ballo del qua qua, lebbrosi, vedove scampate alla pira, galli battaglieri, cani spellati e porcellini neri ghiotti di deiezioni umane. Rifugiatasi in albergo, riceve l'imprevista visita di tre scimmiette che fanno irruzione nella sua stanza, la devastano e si danno a pratiche irripetibili con la sua matita per gli occhi. Terzo e ultimo approdo è Mamallapuram, stazione balneare decisamente più a misura di turista, rifugio naturale per gli espulsi dal ventre del subcontinente, per visitatori sfiancati e sconfitti. Frastornata da una realtà che gioca secondo primordiali regole di sopravvivenza, ma disposta a lasciarsi travolgere dalla tumultuosa bellezza, Rosa Matteucci consegna una guida letteraria di tranciante irriverenza e disegna uno spassoso ritratto dell'India e degli occidentali che la frequentano.
Recensioni degli utenti
L'esatto contrario di un libro di viaggio-30 Aprile 2012
Concentrata continuamente su se medesima, l'autrice passa pagine e pagine a lamentarsi di tutto e tutti. Il cibo, il caldo, la miseria, gli insetti. Ogni tanto, a dire il vero, decide di darci un po' di pace e interrompe la litania. Ma purtroppo il diario non migliora, perché il racconto diventa una sciorinata di luoghi comuni e riferimenti detestabili ai più. Lo stile, per finire, è quell'italiano desueto che suona incredibilmente artificiale, come fosse costruito.