Hotel Bosforo di Esmahan Aykol edito da Sellerio Editore Palermo
Alta reperibilità

Hotel Bosforo

Collana:
La memoria
Traduttore:
Cervini E.
Data di Pubblicazione:
29 aprile 2010
EAN:

9788838924712

ISBN:

8838924716

Pagine:
265
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Hotel Bosforo

Cosa ama tanto di Istanbul Kati Hirschel, tedesca-turca trapiantata in città, se per la maggior parte del tempo si trova immersa nel caos mobile della metropoli, porta tra oriente e occidente? Forse, proprio il caos l'appassiona, frutto di una stratificazione di esseri umani profondamente diversi, il cui inatteso effetto è la convivenza e la capacità di comunicare. Kati ha vissuto a Istanbul per metà circa della sua vita di quasi quarantenne e ne conosce ogni angolo, gli svariati ambienti, i ritrovi esclusivi o popolari, i tanti quartieri che fanno città nella città. È indipendente, sola, vanitosa, erotica, e dirige la sua libreria specializzata in gialli. Per lavoro e per passione, incontra ogni tipo di gente, clienti, amici, vicini simpatici curiosi. Inattesa, perché mai erano state intime, Petra, vecchia amica tedesca diventata attrice di una certa fama, la chiama. È scesa all'Hotel Bosforo, giunta nella vecchia capitale per un film di produzione turco tedesca. Subito Petra riversa sull'amica tutto il dolore di un'esistenza senza amore. Al successivo appuntamento, Kati viene a sapere che in albergo è stato consumato un crimine, ed è proprio Petra la principale sospettata. Arma del delitto, decisamente femminile, un asciugacapelli; vittima il regista tedesco, morto fulminato nella vasca da bagno della sua suite. Con lui, Petra, a detta di tutti, aveva una relazione che però lei nega. Kati, per amicizia, si sente coinvolta e decide di assistere da vicino alle indagini.

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Recensioni degli utenti

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2 di 5 su 5 recensioni

Un giallo diversoDi M. Cristina-11 febbraio 2012

Un giallo al femminile nonché "made in Turchia". Lettura divertente anche se alquanto improbabile e non esente da incongruenze. Di positivo ha il pregio di farci familiarizzare senza grande fatica con un mondo in bilico tra due culture, quella Turchia alle soglie del suo ingresso in Europa. Di negativo il tempo perso dalla protagonista di fronte all'armadio con conseguente descrizione del guardaroba che si propone di indossare?

Hotel BosforoDi T. Paola-28 luglio 2011

Ottimo giallo, la scrittura fluente riesce a limare anche alcuni difetti di trama. Un'ottima lettura di transizione (che dopo aver letto il libro di Goliarda di cui prima o poi parlerò, ci vuole del tempo per tornare a letture normali) . Una piccola nota preliminare per quanto riguarda la traduzione: il libro è scritto in turco (titolo originale "La libreria") , ma qui ne viene presentata la traduzione dalla traduzione tedesca. Una nota di demerito alla Sellerio. Il libro in sé, comunque, è gradevole. Sia per la parte narrativa in sé che per la parte "d'ambiente". Ci viene presentata la prima "indagine" della libraria Kati, quarantenne nata in Turchia, poi rifugiata in Germania, ed ora di ritorno da 13 anni nella natia Istanbul, dove corona il suo sogno, aprire una libreria di libri gialli. La sua normale routine di immigrataintegrata viene sconvolta dall'arrivo dell'amica Petra, compagna dei tempi berlinesi, ora attrice che si appresta a girare un film in Turchia. E subito dopo dalla morte del regista del film. Trovandosi sfiorata da queste vicende di cui tante volte legge nei libri che vende, Kati non riesce a fare a meno di intricarsi nella vicenda. E svolgendo a suo modo un'indagine fuori dalla norma, arriva all'altrettanto "a-normale" conclusione, dove i fili del giallo (anche se non con la calma che avremmo voluto) vengono riannodati e riassunti. Ma se questa è la storia, altro, e più interessante, ci riserva il libro. Primo su tutto, Istanbul, intesa come città viva, pulsante, caotica, ma in fondo molto amata sia da Kati che dall'autrice. Che riesce a restituircene caratteri ed odori: il traffico caotico, ma anche la calma delle sale de tè, i difficili rapporti umani, ma anche le amicizie vere, di quelle che se hai bisogno sai che ci sono. E così giriamo anche noi, ancora una volta, per Cihangir, per Ortaky, per Eminn, per i vicoli, per i locali a bere una birra, per i caffè, per un kebab vicino all'aeroporto. Vediamo i turchi con il telefonino in mano e la sigaretta in bocca. Vediamo i poliziotti volenterosi ed i criminali gentili della mafia turca. Ma soprattutto vediamo il conflitto tra culture: tedeschi che amano la Turchia e cercano di integrarsi (come turchi che amano la Germania e cercano di integrarsi) , ed espatriati (tedeschi, inglesi, spagnoli) che rifiutano di cercare i bandoli del loro vivere ad Istanbul, e ne rimarranno per sempre fuori. Sotteso, c'è anche un discorso su pedofilia e giusta punizione per i crimini, non facile da affrontare, anche se l'autrice, laureata in giurisprudenza, fa trapelare alcune considerazioni. Come affrontato, ma credo verrà ripreso in altre puntate della vita di Kati che non mi aspetto sia isolata a questa sola uscita, il discorso di amore e sesso. Intanto, c'è anche Fofo omosessuale sempre dietro a nuovi amori. Ma c'è anche Kati stessa con le sue attrazioni e ritrosie verso l'altro sesso, e la sua scoperta che, anche a quaranta anni, può nascere amore profondo (ripeto sua, che noi smaliziati sappiamo bene che l'amore nasce quando vuole, a prescindere) . Piacevole è quindi farsi prendere per mano da Kati, che in prima persona ci fa salire sulla sua macchina sgangherata, si imbufalisce per il traffico, e la mancanza di parcheggi, ci fa visitare la sua libreria, condendo le pagine con un tocco leggero di umorismo che non guasta. Un libro dignitoso, piacevolmente letto (soprattutto, ripeto, per quel riportarci con gusto ai sapori turchi) e graziosamente da consigliare.

Entusiasmante solo per due capitoliDi B. Laura-16 marzo 2011

Entusiasmante solo per due capitoli, ed esattamente i primi due, poi il libro si trascina stancamente verso trame sconatate o troppo forzose. Molto bella e intensa "l'atmosfera" descrittiva che l'autrice riesce a creare della città di Istanbul e la caratterizzazione del profilo della protagonista del romanzo.

Hotel BosforoDi E. Ahmad-15 novembre 2010

Noioso, scialbo, se non fosse stato per un paio di scene di sesso avrei pensato di stare leggendo un gialletto di Jessica Fletcher. Storia esile, ritmo assente... Neanche Istambul risulta affascinante, sembra Cabbot Cove. Evitabile

Hotel BosforoDi g. matteo-24 settembre 2010

Come giallo non ti lascia granché, ma vale assolutamente la pena per la descrizione dall'interno (l'autrice è turco-tedesca) dell'identità di un popolo e di una città in particolare, Istanbul. Una descrizione molto corrispondente al vero, quella di una Turchia moderna, europea, curiosa, vitale, colorata.