Ho visto cose. Tutti i trucchi per rubare in Italia raccontati da un manager pubblico di Alberto Pierobon, Alessandro Zardetto edito da Ponte alle Grazie

Ho visto cose. Tutti i trucchi per rubare in Italia raccontati da un manager pubblico

Collana:
Inchieste
Data di Pubblicazione:
11 maggio 2017
EAN:

9788868336615

ISBN:

8868336618

Pagine:
217
Formato:
brossura
Argomenti:
Pubblica amministrazione, Corruzione politica
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con la

Descrizione Ho visto cose. Tutti i trucchi per rubare in Italia raccontati da un manager pubblico

Un manager pubblico racconta da insider il mondo della pubblica amministrazione, senza tralasciare quello delle imprese private, e svela i trucchi più articolati per intascare i soldi della comunità: appalti truccati, mazzette, dati di bilancio manipolati, fino a scavare nell'universo dei rifiuti, dove le truffe ai danni dei contribuenti toccano vette inimmaginabili. Alberto Pierobon - consulente pubblico di lunga esperienza -racconta il suo percorso nella zona grigia del nostro mercato, in cui pubblico e privato si incrociano e manager blasonati ottengono prebende da capogiro costruite su risultati inesistenti, contribuendo ad alimentare lo stillicidio di una crisi che sembra non avere fine. "Ho visto cose" è un viaggio nell'Italia che non vuole cambiare, quella dei sotterfugi, delle collusioni, dove pochi alti papaveri si tengono aggrappati gelosamente al loro posto e gli imprenditori onesti fanno fatica a risalire la china, osteggiati in tutti i modi possibili. Personaggi alla ricerca frenetica di un altro limone da spremere, nella baldanzosa certezza dell'impunità garantita da una burocrazia giuridica farraginosa e distratta. Un libro coraggioso, diretto, tristemente vero, frutto di decenni di esperienza, di battaglie contro i mulini a vento e di bruschi voltafaccia, tutto in nome del dio denaro.

Fuori catalogo - Non ordinabile
€ 14.00

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
5 di 5 su 1 recensione

Cose da conoscereDi M. Annalisa-18 maggio 2017

A discapito del titolo, non appartiene al genere fantascienza. Perché per non morire di realtà più che rifuggirne, bisognerebbe conoscerla meglio. E affrontarla.