Heureux qui comme Ulysse. Ulisse nella poesia francese e neolatina del XVI secolo

Che cosa evocava il nome di Ulisse nel Rinascimento? Il guerriero, l’oratore, il viaggiatore, l’esule, l’amante di dee immortali o il marito nostalgico? Il ladro, il dissimulatore o il codardo? Ogni volto dell’eroe che trova nell'inesauribile versatilità la sua stessa ragione di esistere discende "per li rami" da un’interpretazione antica, che il Rinascimento accoglie e rielabora secondo la prospettiva e il linguaggio suoi propri. Cercare nei testi che circolavano allora significa trovare i canali attraverso i quali i vari volti del personaggio sono stati tramandati e recepiti nel Rinascimento, diventando nello stesso tempo strumento di acquisizione e diffusione del sapere. Tale indagine permette una lettura più consapevole delle interpretazioni dei poeti, in quanto evidenzia che esse non nascono mai da un astratto e isolato riaffiorare della tradizione, ma da collettiva conquista, che prepara e rende possibile l'espressione di una nuova civiltà che Ulisse, non a caso, è chiamato a esprimere in modo emblematico.