La guerra civile. Testo latino a fronte di G. Giulio Cesare edito da Barbera

La guerra civile. Testo latino a fronte

Editore:

Barbera

Data di Pubblicazione:
20 marzo 2008
EAN:

9788878992290

ISBN:

8878992291

Formato:
rilegato
Acquistabile con la

Descrizione La guerra civile. Testo latino a fronte

A quel che racconta Petrarca nella biografia dedicata a Cesare, questi, alla vista delta testa mozzata di Pompeo, si mise a gemere e a versare fiumi di lacrime, commosso al pensiero dell'amara sorte di chi un tempo era stato un Grande e gli era stato anche parente stretto; questo non gli impedì di pensare che Tolomeo, il re d'Egitto (autore del macabro dono), aveva compiuto quel gesto non per compiacere lui, quanto per compiacere la Fortuna; la Fortuna infatti avrebbe potuto decidere in maniera diversa nella lotta fra i due contendenti e quel re straniero avrebbe pertanto riservato a Cesare lo stesso trattamento. Strano che l'autore dei commentari De bello civili" non faccia parola di queste emozioni; meno strano, invece, che faccia (eccome!) parola dell'arbitrio capriccioso della Fortuna, un modo come un altro per non dichiarare apertamente le proprie responsabilità nell'aver suscitato il conflitto peggiore per qualsiasi Stato, ossia la guerra civile. Peccato che la Fortuna (sempre lei!) ha giocato un altro brutto scherzo a noi moderni: non ci ha fatto conoscere l'autentico pensiero di Pompeo sull'accaduto! Possiamo fidarci di Cesare?"

Fuori catalogo - Non ordinabile
€ 10.00

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
5 di 5 su 1 recensione

Politica e guerraDi M. Renzo-27 dicembre 2009

La guerra civile è la seconda opera letteraria scritta da Giulio Cesare. In tre libri spiega e racconta, ovviamente dal suo punto di vista - sulla cui imparzialità sorgono diversi dubbi, essendo uno dei contendenti - la guerra civile che imperversò nel 49 a.C., cercando di giustificare anche il suo rifiuto di obbedire agli ordini del Senato. Già con La guerra gallica aveva celebrato le sue vittorie in quella sanguinosa campagna militare, con intento soprattutto apologetico, stante il contrasto che si era instaurato con il Senato della repubblica, che non approvava né la condotta, né l'estensione del conflitto. In La guerra civile il grande condottiero dà ampio spazio alle vicende militari, dal famoso passaggio del Rubicone, alle battaglie condotte in Spagna, e alla definitiva vittoria a Farsalo, dopo la quale Pompeo fu costretto a fuggire, rifugiandosi da Tolomeo, il re dell'Egitto, dal quale fu fatto uccidere. Se le descrizione degli scontri, delle tattiche e delle strategie occupano gran parte della narrazione e, grazie alla fluidità di esposizione riescono ad avvincere il lettore, è riscontrabile tuttavia il continuo tentativo di Cesare di presentarsi come uomo costretto alla lotta unicamente per i torti subiti. Così ricorrono frequentemente le proposte di pace, rimaste inascoltate da Pompeo, di cui pure l'autore evidenzia la capacità politica e militare, ma solo con l'intento di dimostrare i torti dell'avversario contrapposti alle virtù e alle grandi capacità di comandante dello stesso Cesare. Viene il sospetto che l'origine di questo libro sia proprio quella di convincere i contemporanei della validità della sua condotta, un modo per ribadire che a lui non interessava tanto il potere, ma la grandezza di Roma e il rispetto delle prerogative e dei diritti propri di quella repubblica. Sembra quasi che abbia voluto applicare la strategia che la miglior difesa è l'attacco, mettendo a disposizione dei romani un memoriale che sancisse l'estrema correttezza del suo operato, fornendo quindi le risposte prima ancora che gli venissero effettuate le domande. La vicenda, nella realtà, fini con il concludersi con un Cesare non "augusto", ma dittatore, che esercitò di fatto un potere assoluto, e ciò dal 49 al 44 a.C., fino a quelle famose Idi di Marzo quando in Senato venne ucciso da una congiura. Resta una figura di uomo singolare, grande letterato, il miglior genio militare della storia romana e anche politico di elevatissimo livello. Troppe doti eccelse in un solo uomo perché potesse governare in un triumvirato ed è per questo che si arrivò alla guerra civile. Ma non era già più tempo di Repubblica, gli ideali romani di governo si erano sfilacciati e il Senato di fatto chiedeva di non essere più la fonte primigenia del potere, ma quella secondaria, e Cesare recepì in pieno la situazione, gettando le basi per il successivo periodo imperiale. La guerra civile è un libro assolutamente da leggere.