La guerra civile. Testo latino a fronte di Gaio Giulio Cesare edito da Einaudi

La guerra civile. Testo latino a fronte

Editore:

Einaudi

Data di Pubblicazione:
16 settembre 2008
EAN:

9788806181994

ISBN:

8806181998

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Descrizione La guerra civile. Testo latino a fronte

Nei tre libri del "De bello civili", Cesare racconta la guerra che devastò lo stato romano tra il 49 e il 48 a.C., dal passaggio del Rubicone fino alla tragica morte di Pompeo. Già Cicerone pensava che nessuno meglio di Cesare potesse scrivere la storia delle sue guerre. In effetti la sua prosa tersa, concisa ed efficace, priva di retorica e pregna di chiarezza di giudizio, ha contribuito non poco alla costruzione del mito di Giulio Cesare. Suo intento principale era quello di dimostrare come fosse stato forzato a ricorrere alle armi dagli avversari che, privandolo del potere nel 49, lo avevano di fatto esposto alle vendette dei nemici.

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4 di 5 su 1 recensione

La guerra civile.Di L. Giuseppe-26 settembre 2011

Dopo la guerra gallica ecco il secondo e più prezioso storico lasciatoci in eredità da Cesare, in tre libri spiega e racconta, ovviamente dal suo punto di vista - sulla cui imparzialità sorgono diversi dubbi, essendo uno dei contendenti - la guerra civile che imperversò nel 49 a. C, cercando di giustificare anche il suo rifiuto di obbedire agli ordini del Senato. Già con La guerra gallica aveva celebrato le sue vittorie in quella sanguinosa campagna militare, con intento soprattutto apologetico, stante il contrasto che si era instaurato con il Senato della repubblica, che non approvava né la condotta, né l'estensione del conflitto. In La guerra civile il grande condottiero dà ampio spazio alle vicende militari, dal famoso passaggio del Rubicone, alle battaglie condotte in Spagna, e alla definitiva vittoria a Farsalo, dopo la quale Pompeo fu costretto a fuggire, rifugiandosi da Tolomeo, il re dell'Egitto, dal quale fu fatto uccidere. Se le descrizione degli scontri, delle tattiche e delle strategie occupano gran parte della narrazione e, grazie alla fluidità di esposizione riescono ad avvincere il lettore, è riscontrabile tuttavia il continuo tentativo di Cesare di presentarsi come uomo costretto alla lotta unicamente per i torti subiti. Così ricorrono frequentemente le proposte di pace, rimaste inascoltate da Pompeo, di cui pure l'autore evidenzia la capacità politica e militare, ma solo con l'intento di dimostrare i torti dell'avversario contrapposti alle virtù e alle grandi capacità di comandante dello stesso Cesare. Viene il sospetto che l'origine di questo libro sia proprio quella di convincere i contemporanei della validità della sua condotta, un modo per ribadire che a lui non interessava tanto il potere, ma la grandezza di Roma e il rispetto delle prerogative e dei diritti propri di quella repubblica. Sembra quasi che abbia voluto applicare la strategia che la miglior difesa è l'attacco, mettendo a disposizione dei romani un memoriale che sancisse l'estrema correttezza del suo operato, fornendo quindi le risposte prima ancora che gli venissero effettuate le domande. La vicenda, nella realtà, fini con il concludersi con un Cesare non "augusto", ma dittatore, che esercitò di fatto un potere assoluto, e ciò dal 49 al 44 a. C, fino a quelle famose Idi di Marzo quando in Senato venne ucciso da una congiura.