Alla grande di Cristiano Cavina edito da Marcos y Marcos
Alta reperibilità

Alla grande

Collana:
Gli alianti
Data di Pubblicazione:
21 aprile 2021
EAN:

9788892940239

ISBN:

8892940236

Pagine:
220
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Alla grande

Casola Valsenio, Romagna. In viale Neri, in cima alla salita del viale delle Rimembranze, ci sono le case popolari. Ci abitano il Mago Mammola, con le gambette arrossate e piene di lividi; e Mone, che non vuole che lo guardi quando scende le scale. E Noemi la matta, che le porta da mangiare la panda dell'assistenza sociale. Ci abita soprattutto Bastiano Casaccia, detto anche Bla. Di babbo si sa poco o nulla, mamma è una tigre che nasconde un agnello, nonna e la gatta giocano a fare i soprammobili. Una peste, Bastiano: un dolce pirata, un po' ingenuo ma pieno di grinta, e leale. Pensieri limpidi, quelli di Bastiano, ma il cuore batte per le malefatte di zio Paolo, fuggito in Germania dopo un clamoroso furto di pellicce. Sfreccia per il paese con la bicicletta - la sua Turboberta - come cavalcasse una pallottola. E stupirà tutti, di questo è sicuro, costruendo un favoloso sommergibile, alla faccia di Mirko Contoli, piagnone e riccastro rivale in amore.

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4 di 5 su 1 recensione

Alla grandeDi T. Paola-28 luglio 2011

Non ero a conoscenza della prolificità umoristica dell'autore romano, ma leggendone in giro mi sembra che gran parte di questo libro, se non direttamente autobiografico, sia quanto meno traslatamente incentrato su di un sé. Che come Cavina, nasce a Casola Valsenio (chi sa dov'è?) e lì trascorre la sua infanzia e adolescenza. Lo incontriamo sulla soglia delle Scuole Medie, con tutti i problemi dei giovani tipici sia in generale che nella metà degli anni Ottanta, epoca del romanzo. Un protagonista intelligente e fantasioso, pieno di risorse, che tuttavia è inserito in un mondo difficile dove non sa, non riesce a prendere le giuste distanze. Una madre sola (che fa mio padre? Non dove sia, ma quale sia l'occupazione, per poter fare a gare con i compagni "il mio è più bravo del tuo, ecc. Ecc."). Una fantasia sfrenata che gli fa confondere sogno e realtà. Lui pirata, lui condottiere, lui che vola con la sua bicicletta, che salva il mondo, o almeno la sua famiglia, che parla a tu per tu con il Signore (belle e rimembranti le tirate da chierichetto). Cavina riesce a cogliere in modo lieve una fotografia della provincia di quegli anni. Il prete, il maresciallo, le case popolari e la fauna che le abita e dall'altra parte villini e casette di semi-campagna, i sogni adolescenti lontano dalla tv, i boschi che diventano giungle, ed altri piccoli tocchi degni di un bel quadro di fine Ottocento sulla campagna toscana (vabbè qui siamo in Emilia, quanto siete precisi). E soprattutto i conflitti tra gli adolescenti ed i giovani, lì dove 4-5 anni diventano un abisso. E dove la violenza dei più grandi è vissuta con dolore e con impossibilità di ribellione. Al centro, la figura del Casaccia, detto Bla, perché parla sempre, sogna, inventa, costruisce castelli e poi li distrugge, segue il filo del primo innamoramento ed altre turbe che tutti abbiamo passato, che, nel suo modo disordinato, vuole bene a tutti, anche alla diversamente abile, allo sfigato, ed a tutta la fauna che potrebbe costituire la sua flotta di pirati, se lui fosse un pirata. Mi sono deliziato al suo possedere un unico volume dell'enciclopedia, quello che contiene le lettere C-D e cercare in quello tutte le risposte. Mi è piaciuto molto la facilità delle descrizioni della ciurma di Bla, da Fattura a Bomba, da Donna a Milena. Due righe e li vediamo, sgraziati, inadeguati, ma comunque veri e pronti a saltare fuori dalle pagine. Scritto sul filo dei trentanni, mi sembra una buona prova di scrittura, ed una buona prova di coraggio delle edizioni Marcos y Marcos (pubblicare esordienti non è mai cosa facile, ma questa casa editrice piccola ma non minuscola ha sempre mostrato un buon coraggio). Insomma, leggere e prendere spunti per capire quello che eravamo e non siamo più e quello che ora sono loro ed a volte non li capiamo.