Il giudice ragazzino. Storia di Rosario Livatino assassinato dalla mafia sotto il regime della corruzione di Nando Dalla Chiesa edito da Einaudi

Il giudice ragazzino. Storia di Rosario Livatino assassinato dalla mafia sotto il regime della corruzione

Editore:

Einaudi

Collana:
Gli struzzi
Data di Pubblicazione:
1 gennaio 1997
EAN:

9788806128418

ISBN:

8806128418

Pagine:
166
Argomento:
Criminalità organizzata
Disponibile anche in E-Book
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4 di 5 su 1 recensione

Il giudice ragazzinoDi p. raffaele-6 aprile 2011

Una gradita e insospettabile sorpresa, non me l'aspettavo. Lo confesso. A lungo mi sono tenuta alla larga da Nando dalla Chiesa. Padre troppo ingombrante, sorella troppo televisiva... Insomma pregiudizi l'ammetto, ma in questi casi essere almeno un po' diffidenti forse è naturale. Poi in Anobii mi sono imbattuta in questo titolo e la curiosità ha prevalso. Ora posso dire che ne valeva la pene e che, poi, è anche bello scoprire di avere avuto torto. Nando dalla Chiesa non solo sa scrivere, ma scrive un testo, a mio avviso, molto equilibrato e assolutamente privo di livore. E' abile a ricostruire il lima, gli eventi storico-politici che permisero che certi eventi maturassero, indicando con estrema precisione responsabilità politiche e di governo, ma anche di magistrati e giudici, che lasciarono soli quei magistrati e quei giudici come come Rosario Livatino lavoravano con meticolosità seprando con estrema cura il "bene personale" dal "bene comune" e mettendosi completamente a servizio di questo. Purtroppo oggi le cose non sono cambiate di molto e certi meccanismi, certi rapporti hanno forse cambaito forma ma non sostanza e le connivenze che determinano certe realtà e che impediscono il raggiungimento della giustizia, sono ancora presenti, ed oggi come allora sono trasversali. Di nuovo dopo questa lettura sembra di risentire le parole di Licia Pinelli e più di recente di Benedetta Tobagi sulla latitanza dello stato nel voler giungere alla verità e alla giustizia che permetterebbe una volta per tutte l'attribuzione delle responsabilità (non solo di chi alcuni eventi li ha attuati, ma anche quelle dei mandanti) e soprattutto permetterebbe alla scrittura della storia di questo strano paese a partire dal dopoguerra ad oggi. Di nuovo, davanti all'impossibilità di storicizazre certi passaggi, un libro cone questo di Nando dalla Chiesa forse dovrebbe essere utilizzato come testo supplementare di storia... Ma forse non c'è l'interesse a stimolare la riflessione nei cittadini più giovani, su come si è arrivati ad essere il paese di oggi, poichè, ed è storia vecchia, chi è in grado di pensare ed ha capacità analitica e critica, è un cittadino pericoloso, soprattutto in quelle democrazie nane come quella dell'Italia di oggi. Infine bisogna aggiungere che Nando dalla Chiesa è bravo a stimolare la curiosità del lettore che viene sollecitato a spingersi oltre il suo scritto, ad esempio quando analizza la realtà della giustizia italiana, e dei poteri che su di essa ed intorno ad essa venivano esercitati, attraverso la figura di Iberin un personaggio di Bertolt Brecht che vive nelle pagine del testo Teste tonde e teste a punta. Testo che Nando dalla Chiesa prende proprio come allegoria che spiega molto bene il clima in cui si trovarono a lavorare alcuni giudici nella seconda metà degli anni ottanta. Il dubbio è che quel clima non sia poi di molto cambiato e che questa allegoria sia una realtà tutt'ora attuata.