Ginger man di James P. Donleavy edito da BEAT

Ginger man

Editore:

BEAT

Collana:
BEAT
Traduttore:
Ortelio M.
Data di Pubblicazione:
22 marzo 2017
EAN:

9788865593929

ISBN:

886559392X

Pagine:
397
Formato:
brossura
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Trama Ginger man

"Ginger Man" è la storia di un mostro senza tempo, un diavolo in carne e ossa, un angelo perfido e carismatico. Sebastian Dangerfield è un bel giovanotto e un insaziabile disgraziato, il maschio che ogni donna non può che odiare, con ogni vizio e pochissime virtù: seduttore, erotomane, ladro, imbroglione, violento, bevitore, ingordo - il tipo che abbandona la moglie con la bambina, ruba i soldi dalla borsetta e va a farsi il giro dei pub, invidiato da qualunque altro uomo perché riesce a farla franca, e a salvare la faccia. Sebastian è americano, ha ventisette anni, è andato a vivere a Dublino al termine della guerra e studia giurisprudenza al Trinity College; è padre e marito, adora blaterare di decoro e di successo, di famiglia e buone maniere, ma passa il tempo a sognare i soldi facili, a inseguire belle gambe e gonnelle, tra bevute, battute, accessi di rabbia, truffe e sconcezze, È un eroe comico e maledetto al tempo stesso, invaso dallo spirito irrefrenabile di una libertà dissennata, maligna, tragica. Ed è un anti-eroe di quel mondo che si andava formando dopo il conflitto, smanioso di dimenticare gli orrori, la fatica, il grande rumore della catastrofe, e insieme un simbolo dei nostri tempi, in fuga costante dalla realtà e dalla responsabilità, eterno egoista, eterno bambino, sperduto e sgomento di fronte al peso e al dolore insopportabile di una vita normale

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4 di 5 su 1 recensione

Ginger man Di a. marco-14 luglio 2011

Una divertente, spigliata, convincente boutade tragicomica. Il romanzo che più di Holden sintetizza la bruciante bramosia di vita della generazione la cui adolescenza venne soffocata dalle pesanti e letali coltri del secondo conflitto mondiale e che si riappropriò con veemenza del tempo perduto e che mai più sarebbe tornato. Stilisticamente brioso, debitore più di Miller e O' Brien che di Joyce nonostante l'ambientazione dublinese è una lettura rigenerante nel vieto conformismo della narrativa contemporanea. Ringraziamo Neri Pozza della piacevole riscoperta in quanto la prima traduzione italiana, con il titolo di "Zenzero" ad opera di Luciano Bianciardi e per i tipi di Feltrinelli, benché meritoria venne però pubblicata amputata di alcuni capitoli in ossequio all'oscurantismo censorio degli italici anni '50 e ben presto finì fuori catalogo.