La gabbia dei fiori

Dopo il successo di "Il bambino con i petali in tasca", Irani Anosh ci porta con "La gabbia dei fiori" nuovamente nella Bombay più oscura, dove si vive di espedienti e dove la sopravvivenza può essere difficile. Madhu non è né uomo né donna, appartiene alla categoria del terzo sesso, a coloro che si sentono imprigionati nel corpo di un maschio, ma hanno l’anima di una femmina. In India si chiamano hijra e come tutti coloro che appartengono a questa categoria, Madhu si è sempre prostituita. Nei bordelli ci ha vissuto, ha amato, ha sudato, è stata sfruttata e ha subito violenza, ma lì tutto un mondo si è creato attorno a lei e al suo universo. Giunta all’età di quarant’anni, Madhu ha smesso di prostituirsi e vive ancora nella famiglia delle prostitute, dei poveracci che faticano a mangiare ogni giorno, ma in quella famiglia lei si è abituata a vivere e a resistere. Il suo mondo si trasforma improvvisamente quando arriva alla sua misera porta Kinjal, una bimba di soli dieci anni, venduta dalla zia per fare quattro soldi. Madhu non può però permettere che la sua infanzia venga violata e che l’anima e il corpo di questa bambina vengano recisi per sempre. Come una madre, questa hijra riuscirà a preservare la bambina e ad insegnarle a scorgere la bellezza in ogni angolo di mondo e di vita, anche in quelli più desolati, spingendola ad amare e a vivere nuovamente. "La gabbia dei fiori di Irani Anosh" è un romanzo forte e toccante, reso lieve dalla penna di Irani Anosh.