Il fuoco nel mare. Racconti dispersi (1947-1975) di Leonardo Sciascia edito da Adelphi
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Il fuoco nel mare. Racconti dispersi (1947-1975)

Editore:

Adelphi

A cura di:
P. Squillacioti
Data di Pubblicazione:
5 maggio 2010
EAN:

9788845924804

ISBN:

8845924807

Pagine:
210
Formato:
brossura
Argomento:
Racconti
Disponibile anche in E-Book
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Trama Il fuoco nel mare. Racconti dispersi (1947-1975)

Presentando, nel 1973, la silloge di racconti "Il mare colore del vino", Leonardo Sciascia ne rivendicava, oltre che la necessità, la profonda coesione interna. Una coesione, possiamo oggi precisare, ottenuta a prezzo di esclusioni molto più drastiche e dolorose di quanto Sciascia non lasciasse trapelare. Basterà leggere in questo volume, tra i quindici racconti lasciati allora cadere, la storia di Calcedonio Fiumara ("Il lascito"), che, trasformatosi da zolfataro in ricco e rapace possidente, vive solo come un cane, senz'altro amore se non quello per la sua pura e intoccabile ricchezza: e finirà per lasciarla, anziché ai detestati nipoti, a un manicomio, dove nessuno potrà trarne godimento o sollievo. O "Una commedia siciliana", che dietro una vicenda in apparenza rocambolesca e a lieto fine, lascia trasparire la faccia terribile e cupa di un paese "circonfuso di limoni e mare". A completare il panorama della produzione dispersa di Sciascia, il lettore troverà qui un nucleo di mirabili prose e "cronachette": come "I tedeschi in Sicilia", dove è ricostruito l'eccidio che nell'agosto del 1943 un reparto tedesco in ritirata compì a Castiglione di Sicilia: eccidio rimasto impunito, giacché in Italia "quel che accade in Sicilia è cosa d'altro pianeta". Per la prima volta riuniti in un unico volume gli splendidi racconti ignoti di Sciascia. Troviamo qui infatti quelle storie che, in occasione della silloge di racconti Il mare colore del vino, erano state lasciate da parte in nome della congruenza; basti nominare tra queste il racconto de Il lascito, nel quale Calcedonio Fiumara passa da misero zolfataro a ricco possidente, vivendo solo come un cane con l'unico affetto dei suoi denari che lascerà in eredità ad un manicomio anziché agli odiati parenti, piuttosto di I tedeschi in Sicilia, dove viene riportata fedelmente la carneficina operata nel 1943 a Castiglione da un manipolo tedesco in ritirata che non ebbe mai giustizia poiché

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4 di 5 su 3 recensioni

Storie sicilianeDi m. Christian-17 maggio 2012

Splendido Sciascia, che intreccio di vicende "minime" e grande storia! Che profondo intreccio di lucida intelligenza, di remore, di sofferenza, di difetti e di virtù. Quanta attenzione ai più variegati piani linguistici, nell'intreccio del più amorevole ed illuministico impegno letterario con l'evidente messa in scena delle leggende e delle favole che arrivano dalla tradizione isolana. Radicale Sciascia che intreccio di concretezza ed talento combinatorio!

Il fuoco nel mareDi V. Giacomo-26 settembre 2011

Sciascia è celebre per dire molte cose in poche parole, e anche questa raccolta di racconti non fa eccezione, del resto, sono brani tutti percorsi dalla sottile ironia di Sciascia, teso a evidenziare i contrasti di un'isola dove luce e buio riescono a convivere, dove, appunto, è presente Il fuoco nel mare, il titolo dell'ultimo, una straordinaria favola in cui la metafora appare lucida, pregnante, densa di quel significato che è tanto caro all'autore. Ma c'è posto anche per le miserie umane, come quella di Calcedonio Fiumara, divenuto ricco nel tempo al pari del suo egoismo e che teme la morte solo per la fine che possono fare le sue fortune, che non dovranno dare gioia a chi le avrà, come gioia non ne ha provato mai nemmeno lui. E che dire poi di Una storia vera, una di quelle cronachette che nelle mani di Sciascia si dilatano fino a diventare l'emblema di un popolo che crede ai marziani e non sa che cosa sia la mafia. Nell'analizzare quel presente, nel ripercorrere comuni vizi, si legge poi il futuro, cioè l'oggi, con una denuncia implacabile della classe politica, in eterno contrasto fra l'apparire e l'essere, una nota ben presente nella visione del mondo da parte di Sciascia e immancabile in tutte le sue opere. Sono racconti che sembrano non percorsi da un filo comune, ma invece, letti tutti, apparirà in tutta la sua evidenza il perché possa esistere il fuoco nel mare, il perché si possa essere tutto e il contrario di tutto, in un'analisi attenta, per nulla greve, inconfondibilmente sciasciana. Da leggere, senza alcun dubbio.

Contrasti insanabiliDi M. Renzo-23 agosto 2010

I libri di racconti non hanno mai avuto in Italia una particolare fortuna, il che, soprattutto nell’epoca attuale, in cui il tempo è sempre breve, appare alquanto illogico. Leggere poche pagine che avviano e concludono un discorso è fattibile in ogni circostanza, durante un viaggio in treno o anche fra un bagno e l’altro nel corso delle vacanze. Eppure il racconto, lo scritto breve ha sue valenze particolari, ma richiede una capacità di sintesi che non è propria di tutti gli autori. E poi è ancor più difficile coniugare lo svago con la profondità del discorso, con quelle riflessioni imposte da un angolo di visuale che potremmo definire a 360 gradi. Sciascia ci riesce benissimo e questa raccolta di brani realizzati per lo più fra il 1956 e il 1970, oltre a essere godibilissima, ripropone in modo chiaro le ben note qualità dello scrittore siciliano. La fine analisi psicologica, non disgiunta da una attenta indagine sociologica, conducono per mano il lettore a una rivisitazione della Sicilia, ma per estensione, soprattutto dei difetti, dell’intera Italia. Del resto, sono brani tutti percorsi dalla sottile ironia di Sciascia, teso a evidenziare i contrasti di un’isola dove luce e buio riescono a convivere, dove, appunto, è presente Il fuoco nel mare, il titolo dell’ultimo, una straordinaria favola in cui la metafora appare lucida, pregnante, densa di quel significato che è tanto caro all’autore. Ma c’è posto anche per le miserie umane, come quella di Calcedonio Fiumara, divenuto ricco nel tempo al pari del suo egoismo e che teme la morte solo per la fine che possono fare le sue fortune, che non dovranno dare gioia a chi le avrà, come gioia non ne ha provato mai nemmeno lui. E che dire poi di Una storia vera, una di quelle cronachette che nelle mani di Sciascia si dilatano fino a diventare l’emblema di un popolo che crede ai marziani e non sa che cosa sia la mafia. Nell’analizzare quel presente, nel ripercorrere comuni vizi, si legge poi il futuro, cioè l’oggi, con una denuncia implacabile della classe politica, in eterno contrasto fra l’apparire e l’essere, una nota ben presente nella visione del mondo da parte di Sciascia e immancabile in tutte le sue opere. Sono racconti che sembrano non percorsi da un filo comune, ma invece, letti tutti, apparirà in tutta la sua evidenza il perché possa esistere il fuoco nel mare, il perché si possa essere tutto e il contrario di tutto, in un’analisi attenta, per nulla greve, inconfondibilmente sciasciana. Da leggere, senza alcun dubbio.