La frattura tra architetti e intellettuali, ovvero gli insegnamenti dell'italofilia
- Editore:
Quodlibet
- Collana:
- Habitat
- A cura di:
- P. Ciorra
- Traduttore:
- Lucchesini G.
- Data di Pubblicazione:
- 16 ottobre 2024
- EAN:
9788822922243
- ISBN:
8822922247
- Pagine:
- 300
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Storia dell'architettura, Architettura: pratica professionale
Libro La frattura tra architetti e intellettuali, ovvero gli insegnamenti dell'italofilia di Jean-Louis Cohen
Trama libro
In questo libro di culto, pubblicato originariamente come un Bildungsroman nel 1984, Jean-Louis Cohen analizza un momento chiave nella teoria e nella pratica dell'architettura contemporanea, segnato dagli intensi scambi tra Italia e Francia negli anni Settanta. L'autore è stato al tempo stesso testimone e protagonista di questa relazione secondo una modalità che lui stesso ha definito di osservazione «partecipante». Il volume esplora dunque le cause e gli effetti della frattura esistente tra architetti e intellettuali in Francia fin dalla metà dell'Ottocento, riflettendo sui rari contatti mantenuti e sulle incomprensioni che hanno segnato il loro rapporto. Questo scollamento è reso particolarmente evidente dal confronto tra le rispettive situazioni di Francia e Italia. All'inizio degli anni Settanta, una vera e propria fascinazione per la cultura architettonica italiana ha attratto i francesi - e non solo visto il favore riscontrato anche negli USA e nella penisola iberica -, attenti alle «rotture epistemologiche» attuate in urbanistica e nella storia. Si apriva così la prospettiva di un superamento della frattura esistente, con un nuovo modello che porta gli architetti a pensarsi come intellettuali e conseguentemente a intellettualizzare il progetto. Il libro analizza in particolare le carriere di Ernesto Nathan Rogers, Aldo Rossi, Carlo Aymonino, Vittorio Gregotti e della scuola veneziana di Manfredo Tafuri, oltre a quelle di italofili francesi come Bernard Huet e Philippe Panerai. Col senno di poi il libro conteneva in nuce gli sviluppi successivi del lavoro di Cohen: «L'insieme di questi lavori lascia intravedere la possibilità di una storia transnazionale, il cui oggetto non sarebbe l'allineamento tra le culture locali, regionali o nazionali e le tendenze internazionali, bensì un'economia generale di questi scambi».