V for vendetta

L'ho letto per curisità dopo avere visto il film, dato che mi erano rimasti dei punti oscuri. E se il film è grandioso, il fumetto è addirittura meglio, dato che le tematiche di libertà, schiavitù e rivolta sono espresse con ancora più forza. Se vi è piaciuto sullo schermo, non lascitevelo sfuggire.

Come in Orwell per '1984', Alan Moore ci parla di un futuro ormai passato. Ma presente più che mai. “Ora e sempre Inghilterra!” va a sostituire il noto “Il grande fratello vi guarda!”: siamo in una Londra degli anni ’90 oppressa da un regime totalitario che molto fa ricordare i vari nazismo, fascismo, stalinismo e chi più ne ha più ne metta. Centrale, unica e sorprendentemente straordinaria è la figura dell’anarchico V, il cui scopo primario è quello di sovvertire il regime. L’ho amato alla follia. E Dio, se c’è bisogno di uno come lui adesso. A smussare gli angoli. A ridare vita alla democrazia, quella vera. Geniale l’uso della maschera con le sembianze del militare Guy Fawkes. Quel ghigno mi è entrato nella pelle, e difficilmente se ne andrà. V: “La felicità è la prigione più insidiosa di tutte.” E come dargli torto?

Divenuta famosissima per la trasposione in film, la graphic novel di Alan Moore è forse addirittura superiore alla sua controparte cinematografica. La figura di V ha un grandissimo carisma, mentre le frasi ad effetto del film sono qui sostituite da una trama articolata globalmente con maggiore sapienza.