Fiore di roccia di Ilaria Tuti edito da Longanesi

Fiore di roccia

Editore:

Longanesi

Edizione:
17
Data di Pubblicazione:
2 marzo 2021
EAN:

9788830455344

ISBN:

8830455342

Pagine:
320
Formato:
rilegato
Disponibile anche in E-Book
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Trama Fiore di roccia

«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche chi è rimasto nei villaggi, mille metri più in basso. Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle. Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame. Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riempiono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore. Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione. Risaliamo per ore, nella neve che arriva fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. Il nemico, con i suoi cecchini - diavoli bianchi, li chiamano - ci tiene sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre ci arrampichiamo con gli  scarpetz ai piedi. Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i «fiori di roccia». Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l'eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall'inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire. Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima.»  Con "Fiore di roccia" Ilaria Tuti celebra il coraggio e la resilienza delle donne, la capacità di abnegazione di contadine umili ma forti nel desiderio di pace e pronte a sacrificarsi per aiutare i militari al fronte durante la Prima guerra mondiale. La Storia si è dimenticata delle Portatrici per molto tempo. Questo romanzo le restituisce per ciò che erano e sono: indimenticabili. I riflettori si accendono sulle donne che nelle guerre sono spesso dimenticate o almeno lo sono state per anni. Dopo Chiara Carminati ci pensa Ilaria Tuti, con Fiore di roccia, a farle tornare indiscusse protagoniste della storia. La scrittrice friulana diventata celebre per i suoi noir con protagonista Teresa Battaglia, abbandona, almeno temporaneamente, il celebre commissario per raccontare altre figure femminile che sono state dimenticate per decenni: le Portatrici. Pochi sanno infatti che durante la Prima guerra mondiale, bambine, donne, anziane scalavano le montagne per raggiungere i soldati al fronte, pronte a portare loro viveri, medicinali, munizioni e tutto ciò di cui potevano avere bisogno. Il viaggio di ritorno spesso era più triste perché le Portatrici erano costrette a portare barelle con i soldati feriti o, molte volte, da seppellire. La guerra inghiottì la vita di tante donne, totalmente votate al fronte, attente ai richiami di avviso, alle missioni da compiere in segreto. Questo compito spettava soprattutto a quelle bambine, ragazze o anziane che vivevano vicino alle vallate più battute dalla guerra e verso le cime il loro sguardo andava continuamente perché lì combattevano i loro uomini e lì sentivano di dover andare. Ilaria Tuti, con Fiore di roccia, ci racconta una storia bellissima, una storia che vale la pena ricordare.

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La guerra, le donneDi S. Paolo-20 aprile 2022

Ilaria Tuti si appassiona allepisodio dimenticato delle Portatrici nella Prima Guerra Mondiale. Quando le risorse umane erano allo stremo, con i ragazzi di 18 anni spediti a morire per difendere i confini della Patria in una guerra assurda, come lo sono tutte le guerre, allora non rimane che rivolgersi alle donne dei paesi prossimi al confine per coinvolgerle nel conflitto con compiti sempre più gravosi e pericolosi. E queste donne non esitano a caricarsi in spalla i rifornimenti e, con sforzi inumani ma silenziosi, che aggiungono alla cura dei figli, dei vecchi, e a tutto quanto gli uomini hanno lasciato, diventano parte essenziale dello sforzo bellico. Ma la Memoria di questo episodio rischia di andare perduta e lAutrice, che proviene dalla stessa terra martoriata da conflitti armati e catastrofi naturali che ha visto le donne farsi soldato, se ne fa portavoce immedesimandosi in una di loro e scrivendo un romanzodocumento di grande impatto, dove ogni parola, ogni frase sembra scelta con accuratezza estrema, dando vita ad una prosa di forza eccezionale e bellezza unica. Non del tutto credibili alcuni dialoghi, che appaiono di livello elevato per una contadina, pur se appassionata di letteratura, ma difetto perdonabilissimo e forse necessario per rendere appieno la forza delle Portatrici e il loro riconoscimento da parte dei Comandi militari.