Il fiore del male. Bandito a Milano
- Editore:
Marco Tropea Editore
- Collana:
- I Trofei
- Data di Pubblicazione:
- 8 ottobre 2009
- EAN:
9788855800792
- ISBN:
8855800795
- Pagine:
- 277
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Reati e criminologia
Descrizione Il fiore del male. Bandito a Milano
A cinquantanove anni, trentotto dei quali trascorsi in cella, Renato Vallanzasca rimane nei ricordi di questo paese, nell'immaginario delle vecchie e delle nuove generazioni, il volto del bandito, l'emblema di una vita criminale "al massimo", l'icona violenta di una città e di un'epoca: l'inquieta e brumosa Milano degli anni Settanta. Di lui tanto si è detto e si è scritto, i contorni della cronaca sono presto sfumati nella leggenda, ed è proprio questo uno dei motivi che hanno portato l'uomo a guardarsi allo specchio, a frugare nel secchio della memoria, a incontrare Carlo Bonini per raccontare una volta per tutte la propria versione dei fatti, "la vera storia di Renato Vallanzasca". L'ex boss della Comasina ha rapinato, ha ucciso. "Per pudore" nei confronti delle sue vittime, spiega, non ha mai chiesto perdono. "Per lealtà con se stesso" e con il suo personale codice d'onore, ha sempre rifiutato di vestire i panni del collaboratore di giustizia. E con lo stesso rigore e la stessa lucidità ricostruisce il suo passato, senza cadere in compiacimenti, facili ipocrisie o repentine e sospette conversioni. È una storia di sangue, quella di Renato Vallanzasca, una storia non priva di sorprese, stravaganze e inediti retroscena, una storia che affonda le sue radici in un'infanzia ribelle, in quella che appare come una precoce vocazione al crimine.
Recensioni degli utenti
Nato ladro-19 maggio 2012
Libro che mescola il racconto del diretto interessato intervallato dalle spiegazioni del giornalista Carlo Bonini, il primo esplicita le proprie scelte di vita, il secondo le interlaccia al contesto storico-politico italiano di quegli anni. Se è vero che i ricordi a lungo andare sfumano e si modificano, il piacere della narrazione sta soprattutto nel credere a ciò che si legge...
Renato vallanzasca-17 marzo 2012
Libro che racconta la "carriera criminale" di Renato Vallanzasca, milanese che, negli anni '70, è stato protagonista di numerose rapine, omicidi, sequestri. In questo libro viene dato ampio spazio alle riflessioni del Vallanzasca, viene raccontata infatti la "vera storia" di quest'ultimo e secondo il suo stesso punto di vista. Scorrevole, non pesante, si legge d'un fiato. Interessante perchè si conosce il punto di vista di uno dei protagonisti dell'Italia criminale degli anni '70.
Il fiore del male-4 novembre 2010
Renato Vallanzasca. Se n'è parlato molto e spesso non si è riusciti a differenziare la verità dalla leggenda. In questa biografia Renato parla col cuore in mano. Come scrive all'inizio è da leggere solo se si è disposti a credere che quella sia la pura verità.
Da non perdere-27 settembre 2010
Renato Vallanzasca, l'icona violenta della Milano anni Settanta, racconta se stesso. Una storia incredibile quella del "bel Renè". Un'infanzia difficile, in cui è già chiara la strada che percorrerà da lì in avanti. Rapine, scontri a fuoco, omicidi, ripetute evasioni dal carcere. E' un racconto crudo, a tratti feroce. Vallanzasca non si nasconde in questo libro. Spiega con onestà il suo modo di essere stato un criminale. Non fa prediche. Testimonia la sua vita e accetta la sconfitta. E' un libro che si legge tutto d'un fiato perchè la storia a tratti sfiora davvero l'inverosimile.
vallanzasca-27 agosto 2010
libro alla portata di tutti, l'ho letto in due giorni. libro leggero e chiaro.
Il fiore del male-15 luglio 2010
Il libro si legge tutto d'un fiato. Non ha certamente pretese letterarie alte, ma deve essere così. Deve raccontare in maniera netta precisa, senza essere un romanzo, così com'è netto e preciso Renato Vallanzasca, che per metà ha firmato questo libro insieme al giornalista Carlo Bonini. La schiettezza di Vallanzasca lascia talvolta basiti, eppure nella sua idea di bandito-gentiluomo riconosciamo una incredibile sincerità. Ha ucciso, ferito, spaventato e ora merita il carcere, certo, eppure è un'avventura da rischiare addentrarsi nei meandri di quegli anni di sparatorie, viste e vissute dai suoi stessi occhi e dalle mani che raccontano.