La fiera della vanità di William Makepeace Thackeray edito da Rizzoli

La fiera della vanità

Editore:

Rizzoli

Traduttore:
Tasso B.
Data di Pubblicazione:
5 settembre 2007
EAN:

9788817017978

ISBN:

8817017973

Pagine:
874
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama La fiera della vanità

Becky Sharp vive in Gran Bretagna nell'anno 1819, è giovane, bella, parla francese, sa cantare e suonare il piano. Ma al contrario della sua amica Amelia, perfetta guida di moralità, Becky vuole una vita comoda, e sa bene che gli agi non si comprano con le virtù. Nel suo mondo, il mondo reale, i giovanotti parlano di moda, i ladri non sono affatto galanti e il gentiluomo ha un nome da ronzino. L'eroe non trova posto nella vita reale, e neanche tra le pagine di Thackeray. Acuto specchio della visione sociale dell'autore, La fiera della vanità è un romanzo vivace e multiforme, dotato di una tagliente leggerezza nell'affrontare il ridicolo, dove la Storia e il quotidiano vivono sulla stessa pagina senza contraddizioni e creano una delle più realistiche raffigurazioni del XIX secolo. Pubblicato all'epoca come romanzo a puntate, fu subito acclamato dai lettori come un moderno bestseller, e rimane oggi, anche grazie alla trasposizione cinematografica di Mira Nair del 2004, un classico intramontabile. Introduzione John Sutherland.

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 2 recensioni

Una dettagliata descrizione della realtà umanaDi R. Luciana-30 marzo 2018

Non ho potuto affatto apprezzare il presente romanzo per lo stile della narrazione che si dilunga eccessivamente su elementi frivoli, talvolta necessari ma che nel complesso fanno trasparire, a mio parere, la volontà dell'autore di poter ricavare un guadagno più alto possibile dai propri episodi. Certo è che fu molto apprezzato all'epoca della sua pubblicazione e, da quanto leggo, ancora oggi. Credo che ciò sia dovuto maggiormente al contenuto: la storia consiste nell'intreccio tra le vite delle due protagoniste, Amelia e Becky, dal carattere diametralmente opposto, la qual cosa però non permette di affezionarsi ad un personaggio e odiare l'altro, bensì di odiarli entrambi allo stesso modo. Questa era la stessa intenzione di Thackeray e direi che è riuscito perfettamente nel suo obiettivo. Tuttavia, per ogni personaggio arriva un momento in cui ci si rende conto del buono che c'è in lui e si cambia prospettiva, portando ad una riflessione sulla validità dei giudizi più o meno affrettati che siamo abituati a dare, e nel fare questo l'autore è stato magistrale, facendolo intendere più che esprimendolo apertamente. Il narratore, poi, è fortemente ironico, anche troppo, ma in tal modo alleggerisce il tono del romanzo.

Vanity, vanity fairDi B. Giulia-11 agosto 2010

"la fiera delle vanità" è un libro unico come pochi, e sebbene 162 anni ci separino dalla prima edizione, è attuale come non mai. L'attualità di un libro, in realtà, non risiede negli ideali che trasmette, e Thackeray, non ne voleva trasmettere assolutamente, ma in come l'autore racconta e descrive, in modo puro e quasi oggettivo, perchè l'ironia la fa da padrona, quella che era la vita quotidiana al suo tempo, e leggendolo ci si accorge che è come la vita nel nostro. I personaggi di Thackeray sono molto umani e "vivi", per le loro idee, per le loro aspirazioni,per vizi e debolezze, per falsità e ipocrisie, che costruiscono la nostra maschera rispettabile, che copre il nostro vero animo e le nostre vere intenzioni. Chissà quante Becky Sharp abbiamo incontrato in vita nostra, pronte a tutto per sposare un uomo ricco,oppure persone ingenue come Amelia Sedley, troppo impegnate a commiserarsi piuttosto che alzare lo sguardo da terra e rendersi conto di cosa ci accade in torno, o ancora i classici spacconi alla Rawdon Crawley, tutto fumo e niente arrosto.Concludendo, "la fiera delle vanità" è un libro che va letto prima o poi, ma non giudicando i personaggi e il loro operato, piuttosto prendendo atto delle loro azioni e divertirsi a seguire gli effetti.