La festa del ritorno
- Editore:
Mondadori
- Collana:
- Piccola biblioteca oscar
- Data di Pubblicazione:
- 23 marzo 2004
- EAN:
9788804527596
- ISBN:
8804527595
- Pagine:
- 161
- Formato:
- brossura
Trama La festa del ritorno
Un padre e un figlio. Il primo racconta la sua vita di emigrante, sospesa tra partenze e ritorni, tra Francia e paese; il secondo ricorda il suo spaesamento e la sua rabbia nei periodi senza il padre, ma anche l'incanto dell'infanzia, immersa in un paesaggio vivido, esuberante. Davanti a loro, un grande fuoco acceso sul sagrato, la notte di Natale. Tutti e due hanno un segreto da nascondere, un segreto legato all'amore della figlia maggiore per un uomo misterioso. Un enigma che si svela poco a poco, fino all'inattesa conclusione. Ambientato in un paese della Calabria e narrato da due voci inconfondibili per l'abile intarsio di parole e ritmi plurilinguistici, il romanzo è insieme di formazione, storia d'amore, atto di denuncia verso le condizioni di vita.
Recensioni degli utenti
La festa del ritorno-21 luglio 2011
E' un bene che esistano simili scrittori, ignorati dalla critica ma passionali e godibili. Uno di questi scrittori, diventati rari da noi, che sa raccontare e sa farsi capire. Siamo a Hora, un paesino della Calabria nei pressi di Crotone, che già abbiamo incontrato ne "La moto di Scanderbeg" e c'è il tradizionale grande fuoco che si accende sul sagrato della chiesa la notte di Natale, che abbiamo visto in "Tra i due mari", e Tullio, il padre di Marco l'io narrante è il vecchio che racconta una storia, al posto di Giorgio Bellusci. Frequenti vocaboli del sud e parole nella lingua italo-albanese l'arb1105; reshe ("non è un dialetto, è una lingua.") sono la novità linguistica di questo romanzo rispetto ai due precedenti, dei quali conserva i motivi ispiratori: la figura di un avo, spesso del padre, da cui parte il tutto, e il motivo del viaggio, espressione di malinconia e di speranza ad un tempo. Per questo, non mi stancherò mai di trovare delle affinità tra Abate e Sgorlon. Del resto, tornate a leggere lo stupendo incipit de "Il trono di legno": "Da ragazzo vissi sempre con la testa piena di vento" e confrontatelo con questa frase di Abate, riferita a Marco, l'io narrante: "Sentivo la testa leggera, un palloncino pieno di vento."