Fai piano quando torni

In Fai piano quando torni di Silvia Truzzi due donne diversissime per età, esperienza e vita si ritrovano a lenire il proprio dolore, a trovare conforto una nell’altra, nelle altrui straordinarie capacità di resilienza. Margherita ha solo trentaquattro anni mentre Margherita ne ha settantasei, ma nel reparto di ortopedia dell’ospedale si ritrovano a condividere la stessa stanza. Margherita ha un problema con gli abbandoni, a superarli, a trovare un perché a quel vuoto che la spiazza e, in un certo senso, la tiene prigioniera. Prima il padre, otto anni prima, è morto senza preavviso, senza una lettera, una parola e uno sguardo, e ancora la giovane donna sente quella mancanza, e adesso il fidanzato l’ha abbandonata senza troppi perché dopo la promessa di una vita insieme. Forse per questo Margherita si è rotta una gamba e il suo destino l’ha condotta da Anna, donna anziana piena di vita, che non si arrende davanti all’avversità. La sua esistenza è stata costellata di amarezze familiari, date prima dal marito e poi dalla figlia irriconoscente e meschina, ma Anna continua a sorridere e ad aver voglia di vivere pienamente. Forse perché anche lei, come tutti, ha un segreto: un amore con cui si scambia lettere da mezzo secolo e le sue parole, che non sono mai diventate realtà, le riempiono comunque le giornate e la spingono a trovare il bello in tutto quello che trova, persino in un letto di ospedale. In Fai piano quando torni l’incontro con Margherita darà ad Anna una nuova possibilità, offrendogliene una a sua volta, appianando il dolore e le ferite dell’esistenza, trovando nell’amicizia al femminile una nuova chance.