L' essere e il nulla. La condizione umana secondo l'esistenzialismo di Jean-Paul Sartre edito da Il Saggiatore

L' essere e il nulla. La condizione umana secondo l'esistenzialismo

Traduttore:
Del Bo G.
Data di Pubblicazione:
21 febbraio 2008
EAN:

9788856500165

ISBN:

8856500167

Pagine:
721
Formato:
brossura
Argomento:
Filosofia: metafisica e ontologia
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Descrizione L' essere e il nulla. La condizione umana secondo l'esistenzialismo

"L'essere e il nulla" è il testo filosofico sartriano di più ampio respiro: in contrasto con una lunga tradizione speculativa, vi si conduce una ricerca dell'assoluto che rifiuta criticamente conclusioni positivo-edificanti, mentre fa luce su molteplici aspetti del consistere delle cose e dell'esistere degli uomini. A differenza dell'essere in sé. L'esistente non è mai quello che è: progettivo, instabile, la sua struttura è di perenne mancanza. L'indagine sartriana rivela le tensioni profonde dell'essere umano che, mentre vive una condizione di incompiutezza, nutre in permanenza l'aspirazione a superarla.

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4 di 5 su 2 recensioni

Studio sull'essereDi V. Anna-11 marzo 2012

Di altissimo e profondissimo livello filosofico. Non è consigliata ai non addetti ai lavori (chi non si occupa di filosofia o che non abbia un buon livello di conoscenza) . L'uomo, secondo il filosofo francese, prende coscienza della propria libertà solo nell'angoscia, nel rendersi conto cioè che niente, assolutamente niente, ha un valore tale da giustificarlo. "L'uomo è il proprio nulla" ma, proprio a causa di questa proposizione, la libertà diviene il fondamento dell'uomo in quanto nulla, la libertà intesa come possibilità di scelta. La coscienza della sua libertà procura, come ho già detto, all'uomo una grande angoscia. Sono solo davanti a me stesso, non esiste un determinismo che possa giustificare le mie azioni. L'angoscia nasce proprio dalla presa di coscienza delle possibilità che posso essere. Nonostante lo stile contorto resta una pietra miliare dell'esistenzialismo.

Difficile ma interessanteDi C. Andrea-15 luglio 2011

E' praticamente impossibile in poche righe tratteggiare un'opera filosofica di tale portata. Quel che si può riassumere è che l'uomo prende coscienza della propria libertà solo nell'angoscia, nel rendersi conto cioè che niente, assolutamente niente, ha un valore tale da giustificarlo. La libertà allora è questa possibilità di scelta personale, in quanto non esiste nulla di determinato che giustifichi le mie azioni. Ma di fronte a questa libertà di scelta, che è responsabilità delle proprie scelte, l'uomo è preso dall'angoscia.