L' eskimo in redazione. Quando le Brigate Rosse erano «sedicenti» di Michele Brambilla edito da Ares
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L' eskimo in redazione. Quando le Brigate Rosse erano «sedicenti»

Editore:

Ares

Collana:
Sagitta
Data di Pubblicazione:
26 Aprile 2010
EAN:

9788881554959

ISBN:

888155495X

Pagine:
264
Formato:
brossura
Argomento:
Stampa e giornalismo
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione L' eskimo in redazione. Quando le Brigate Rosse erano «sedicenti»

Se si leggono le ricostruzioni che storici e giornalisti fanno degli anni di piombo, sembra che i brigatisti rossi e i loro stretti parenti siano sempre stati considerati dei folli, isolati da tutto il resto del Paese. Sembra che il progetto di una società comunista, da realizzare attraverso una rivoluzione, sia stata una pazza idea nelle menti di pochi. Ma non andò così. Per una decina d'anni, diciamo dal 1968 in poi, l'estremismo di sinistra poté godere della benevolenza, del consenso, e a volte della complicità della maggior parte dei giornali e del mondo della cultura ufficiale. Ci volle il cadavere di Moro fatto trovare a metà strada fra le sedi della Dc e del Pci per interrompere una mistificazione che i mass media conducevano dal tempo della scoperta dei primi covi delle Brigate Rosse. Per dieci anni gli italiani furono ingannati dai nove decimi della stampa nazionale, che chiamò "sedicenti" le Brigate Rosse e nascose e negò qualsiasi episodio di violenza e di estrema sinistra. Perché accadde tutto questo? Molti giornalisti agirono per fede politica. Ma molti altri, più semplicemente, si accodarono seguendo il vento, che in quel momento sembrava portare a un immancabile trionfo del marxismo. Così, legioni di cronisti "borghesi" si misero l'eskimo, confermando una vecchia battuta di Leo Longanesi, e cioè che lo stemma al centro della bandiera italiana dovrebbe essere la scritta: "Ho famiglia".

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5 di 5 su 2 recensioni

Un grande libro!Di B. Massimiliano-22 Marzo 2011

L'"Eskimo in redazione" l'ho letto oltre dieci anni fa, dopo aver letto dello stesso autore "Interrogatorio alle destre". E' un libro fantastico ed è un merito dell'editore averlo ristampato perchè mette in evidenza l'ipocrisia, la doppia faccia, il carrierismo e il viscidume di tanti sessantottini che sono diventiati poi uguali, se non peggiori, rispetto a quei borghesi che volevano annientare con la loro "rivoluzione". Perfetto specchio della nostra società, è un libro da leggere molto attentamente e da rifletterci molto bene sopra.

Le sedicenti Brigate RosseDi M. Valerio Alberto-26 Settembre 2010

Finalmete dopo più di 10 anni torna in libreria un saggio importantissimo, anzi "fondamentale" come lo definì Sergio Zavoli, autore del notissimo "La notte della Repubblica", per comprendere i travagliati e tumultuosi Anni di piombo e la nascita e lo sviluppo delle Brigate Rosse. Una sorta di inchiesta giornalistica sulla stampa nazionale, praticamente tutta spostata a sinistra, che per anni aveva sottovalutato il fenomeno BR, se non addirittura incoraggiato e difeso. E' da sottilineare l'elenco degli 800 intellettuali, presente nel libro, che firmarono il manifesto del gruppo extraparlamentare "Lotta Continua" con il quale condannò a morte i Commissario Calabresi, sotto inchiesta per la strana morte dell'anarchico Pinelli accusato della Strage di Piazza Fontana. Tra i nomi vi sono quelli di Dario Fo, Norberto Bobbio, Paolo Mieli, Giorgio Bocca, Folco quilici, Alberto Bevilacqua, Umberto Eco e molti altri intellettuali di oggi che, salvo Bicca, non anno mai fatto revisione del loro appoggio a tale condanna. Un libro bianco utilissimo anche per le nuove generazioni!