
«Domani mattina». La memoria nelle parole dei lager nazisti
- Editore:
Biblion
- Collana:
- Il debol parere
- Data di Pubblicazione:
- 15 gennaio 2025
- EAN:
9788833834290
- ISBN:
8833834298
- Pagine:
- 250
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Olocausto
Libro «Domani mattina». La memoria nelle parole dei lager nazisti di Leonardo Zanchi
Trama libro
Cercare di comprendere un fenomeno, un modo di vita, un mondo scomparso, attraverso la lingua che vi fu usata non è cosa nuova» scriveva nel 1961 lo psichiatra fiorentino Andrea Devoto, in un articolo in cui forniva le prime «annotazioni psicologiche» sulla lingua nei lager nazisti. Sulla scia dell'indagine avviata da Devoto, questo volume approfondisce le parole, le espressioni e le forme di comunicazione che hanno caratterizzato l'esperienza concentrazionaria dei deportati italiani. Dalla violenza dei «barbarici latrati dei tedeschi quando comandano» al «trovare un buco, un foro, un passaggio che permettesse di valicare questo isolamento linguistico» (nelle parole di Primo Levi), queste pagine consentono di rileggere e comprendere la quotidianità dentro al campo attraverso la lingua. Parole per opprimere dunque, ma anche e soprattutto parole per resistere. Una resistenza morale e non violenta, che i deportati realizzano contrapponendo al lessico d'odio, di sopraffazione e di morte dei nazifascisti, un vocabolario composto da parole di sopravvivenza, di solidarietà, di vita.
Recensioni degli utenti
La parola che crea memoria, resistenza e un domani - 8 febbraio 2025
Questo libro risulta essere un accurato lavoro di ricerca e composizione organica di molte testimonianze. Zanchi é riuscito a raccontare l'esperienza della deportazione seguendo la successione temporale dal viaggio verso il campo fino alla liberazione ma con un taglio diverso dalla semplice narrazione. Le pagine sono piene di testimonianze e voci che risuonano e la loro eco esce dal foglio e sembra risuonare nelle orecchie del lettore. Un libro che seppur descriva luoghi di morte risulta pieno di vita e di vite. Vite che resistono e che trovano nelle parole la prima forma di resistenza. Studiando questa pagina brutale della storia i libri fanno passare un'immagine afona dei campi di concentramento dove regnano solo morte e silenzio. Leggendo queste pagine invece il lager si anima di vita grazie alle parole che accompagnano la vita degli internati nel campo. Parole che toccano molti ambiti come il cibo, la preghiera, la violenza bruta, l'organizzazione e la struttura, il lavoro. Anche in questo mondo che sembra senza speranza e diabolico capiamo quanto la parola sia importante per l'uomo. Conoscere una lingua nuova, dare un nome alle cose, parlare per sostenersi, parole che si trasformano in gesti, comunicare come forma di resistenza, creare un nuovo dizionario per descrivere situazioni nuove fino ad accorgersi che nei momenti di felicitá estrema non servono neanche le parole per capirsi... E la vera conclusione é che ciò che spesso é stato descritto come un orrore indicibile ha invece tutto un suo dizionario per essere tranquillamente raccontato. Le parole per raccontare infatti qui ci sono tutte, prendono vita in questo libro e sono testimonianze che sono memoria di quanto é accaduto ma soprattutto parlano a chi oggi ha orecchie per intenderle e farle risuonare nel presente come monito perché ricordino quanto conta la libertá, perché ogni parola detta nei lager aveva questo come obiettivo: la libertá.