I dolori del giovane Werther

Un classico del romanticismo, scritto con stile ottocentesco, neanche troppo lungo, ma molto noioso e pesante. Di sicuro è interessante, l'amore, l'autodistruzione, però non sono riuscito ad entrare in comunicazione con l'autore per il suo stile prolisso e ampolloso. Ci sono libri che restano sempre attuali, vedi Dostoevskij, questo mi pare che risenta dei suoi anni e si fatichi troppo per portarlo a conclusione.

Ho trovato questo libro fin troppo noioso e pesante e diciamocelo chiaro anche troppo deprimente. L'autore si dilunga troppo, secondo me, su alcuni concetti molte volte troppo complessi da capire così da rendere la lettura troppo noiosa. Inoltre, non c'è un pizzico di umorismo che forse servirebbe per renderlo perlomeno un po più interessante.

Non so quale insana curiosità mi abbia condotto alla lettura di questo libro. Il rapporto che ho avuto con quest'opera è stato di amore ed odio: in alcuni punti mi trovavo in empatia con il protagonista, in altri non ne concepivo proprio i problemi. Raramente un protagonista mi ha dato così fastidio.

Un capolavoro della letteratura. L'anima del libro è l'amore; un sentimento che invade corpo e mente distruggendo ogni elemento di razionalità e volontà. Un destino ineluttabile a cui porta una passione sconvolgente, una rinuncia, ma forse anche una liberazione. Emozionante e intenso, rappresenta l'ideale più romantico e sensibile che alberga in ciascuno di noi. Non perdetelo!