Dizionario dei luoghi comuni-Album della marchesa-Catalogo delle idee chic di Gustave Flaubert edito da Adelphi
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Dizionario dei luoghi comuni-Album della marchesa-Catalogo delle idee chic

Editore:

Adelphi

Edizione:
13
Traduttore:
Wilcock J. R.
Data di Pubblicazione:
2 Giugno 1980
EAN:

9788845904226

ISBN:

8845904229

Pagine:
132
Formato:
brossura
Argomento:
ANTOLOGIE (ESCLUSE LE ANTOLOGIE DI POESIE)
Disponibile anche in E-Book
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Trama Dizionario dei luoghi comuni-Album della marchesa-Catalogo delle idee chic

A nove anni, Flaubert scriveva in una lettera dall'ortografia incerta: «siccome c'è una signora che viene da papà e ci racconta sempre delle sciocchezze le scriverò». La morte lo avrebbe colto mentre continuava ancora a trascrivere le gesta della Stupidità nell'incompiuto Bouvard e Pécuchet. E durante tutta la vita di Flaubert l'immagine della Stupidità, sotto la possente spinta dei tempi, si era continuamente dilatata dinanzi ai suoi occhi: non più soltanto attributo inestirpabile della specie umana ma Potenza Cosmica, l'etere che ormai avvolgeva qualsiasi parola fosse pronunciata: le chiacchiere della comare e le relazioni dell'accademico, gli appelli del politico e le sentenze del farmacista, le similitudini dei lirici e i protocolli degli scienziati. Si trattava ormai di una nuova Lingua Universale, tutta composta di Frasi Fatte, cui mancava però ancora un dizionario. Flaubert per decenni sognò di scriverlo egli stesso. Così descriveva il progetto, in una lettera del 1852 a Louise Colet: «Credo che l'insieme sarebbe formidabile come il piombo. Bisognerebbe che in tutto il libro non ci fosse una parola mia, e che, una volta letto il dizionario, non si osasse più parlare, per paura di dire spontaneamente una delle frasi che vi si trovano». Di quell'immenso progetto, che doveva confluire nella seconda parte del Bouvard e Pécuchet, rimane il prezioso frammento che qui pubblichiamo, insieme con altri due ad esso affini: l'Album della Marchesa e il Catalogo delle idee chic. La traduzione e l'introduzione sono di uno scrittore singolarmente congeniale a Flaubert: J. Rodolfo Wilcock.

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4 di 5 su 1 recensione

Da leggere e rileggereDi L. Michele-12 Maggio 2012

I luoghi comuni, le opinioni stereotipe che si pensano, si dicono e si scrivono per apparire eruditi, acuti o chic sono più o meno sempre i medesimi fin dai tempi di Flaubert. Questo pamhplet (frammentario e incompleto) è il nonno celebre (anzi illustrissimo) di tutti gli stupidari, i dizionari umoristici e gli io speriamo che me la cavo che invadono le biblioteche.