Digiunare, divorare
- Editore:
Einaudi
- Collana:
- Einaudi tascabili. Scrittori
- Traduttore:
- Nadotti A.
- Data di Pubblicazione:
- 26 aprile 2005
- EAN:
9788806174774
- ISBN:
8806174770
- Pagine:
- 224
- Formato:
- brossura
Trama Digiunare, divorare
Due culture diverse poste a confronto attraverso il cibo. Un'estesa famiglia indiana, composta di zie strambe e cugini inetti, ha i suoi opposti nelle sorelle Uma e Aruna. La prima, più anziana, oppressa dal devoto stuolo di parenti, ancora non riesce a lasciare il nido e guarda con disappunto la minore che, impalmato il rampollo giusto, va costruendo una famiglia perfetta. La scena si sposta in Massachusetts: là il figlio di Aruna osserva, pieno d'incredula nostalgia, la sconcertante vita della famiglia Patton dove gli uomini si abbuffano di carne e le donne sono tutte anoressiche. A confronto due diversi mondi: il cuore compatto e soffocante di una famiglia indiana e la gelida, indifferente libertà di un nucleo familiare americano.
Recensioni degli utenti
L'India lontana dai luoghi comuni-27 marzo 2012
Offre interessanti spunti di riflessione sul tema, ma la storia sembra non voler mai decollare. Un romanzo carico di tristezza, di angoscia e di peso, in cui ci viene presentata l'india delle tradizioni più ferree, più retrograde e più rigide, in un racconto che, se da un lato scorre lento, dall'altro sembra quasi soffocarti. Due sorelle e un fratello, trattati con una disparità allarmante dai loro genitori, un'unica incombente entità definita mammaepapà, in modo da non tenere in assoluta considerazione desideri e attitudini. Tre figli che crescono iondifferenti, o onfelici, o insoddisfatti. Un romanzo in cui il cibo è la metafora perfetta per descrivere l'affetto ossessivo e negativo, la frustrazione, il desiderio di uscire fuori da sé. Un romanzo molto in charoscuro, introspettivo, una storia sempre sull'ombra della rivoluzione sopita, delle ambizioni mai realizzate, delle fughe sognate ma nemmeno tentate.
Digiunare, divorare-25 luglio 2011
Lo stile asciutto dell'autrice mi ha colpito, ultimamente non avevo ninte letto di simile. Il titolo da solo contiene tutto il libro, ed è un'epitome efficace -mai semplicistica! - dei rapporti tra Asia e Occidente. Se siete stanchi di questa trita dicotomia sappiate che non siete i soli. Lo sono anch'io. Proprio per questo ammiro la Desai che è riuscita, in così poche pagine, a parlare della sua l'India-tutta l'India- e dello lo stupro coloniale senza perdere di vista la ricchezza di pensiero dell'occidente. Ci troverete i falsi miti, i falsi valori e la falsa cultura di entrambi questi mondi. E scusate se è poco. L'India della Desai non è quella spiazzante di Rushdie, che ti prende alla gola con il suo afrore di spezie e ti riempie gli occhi di colori e ombre vaste; è piuttosto l'India con le sue acque: è memoria umana millenaria, è separazione, è dolore antichissimo, e soprattutto, è un libro sulle anime divise in due.