In difesa del cibo di Michael Pollan edito da Adelphi

In difesa del cibo

Editore:

Adelphi

Traduttore:
Luciani G.
Data di Pubblicazione:
3 giugno 2009
EAN:

9788845923890

ISBN:

8845923894

Pagine:
252
Formato:
brossura
Argomento:
Diete e dietologia
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione In difesa del cibo

Nel "Dilemma dell'onnivoro" Michael Pollan aveva smontato il pranzo che ci apparecchiamo ogni giorno, dimostrando che cosa realmente contenga, a dispetto di quanto dicono le etichette. In questo libro, che amplia e conclude il precedente, Pollan va oltre, demolendo una credenza particolarmente pericolosa e ormai diffusissima, e cioè che a renderci più sani e più belli non siano tanto le cose che mangiamo, quanto le sostanze che le compongono. Nel mondo immaginato dai nutrizionisti, ricorda Pollan, anziché perdere tempo a sbucciare e fare a spicchi le arance basterebbe assumere una quantità equivalente di vitamina C. Ma accade invece che gli stessi nutrizionisti mettano improvvisamente al bando le componenti della dieta che fino a poche settimane prima avevano presentato come irrinunciabili, e che per paradosso gli Stati Uniti, cioè il paese più ossessionato di qualsiasi altro dal terrore di mangiare qualcosa che fa male, o di non mangiare ciò che fa bene, si siano dati il modello alimentare più malsano e patogeno fin qui conosciuto. Il rimedio? Sarebbe semplice, sostiene Pollan: non mangiare nulla che la nostra nonna non avrebbe mangiato. In altre parole, cibo, meglio se poco, e meglio ancora se verde. Sarebbe semplice, cioè, se non sconvolgesse il credo dell'industria più potente e insostituibile al mondo, quella agroalimentare. Che, come dimostrano le violentissime polemiche già suscitate da questo libro alla sua uscita, non intende arrendersi neppure all'evidenza senza combattere.

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4 di 5 su 3 recensioni

Contro il nutrizionismoDi R. Grazia-16 marzo 2012

Può essere definito come un pamphelet in difesa dell'alimentazione come attività umana, legata alla cultura e alla società. Pollan smonta la validità scientifica delle teorie "nutrizioniste", che deprimono l'importanza degli alimenti a scapito dei nutrienti e sono fatte proprie dall'industria agroalimentare (sempre alla ricerca di nuovi prodotti trasformati da immettere sul mercato) . Mangiare non significa solo nutrirsi ed è in questo contesto che vengono smontate le tesi del nutrizionismo, in primis la demonizzazione dei grassi. Il tipo di alimentazione descritto è quello anglosassone, ma in verità anche noi "mediterranei" rischiamo una tale deriva. Cosa dobbiamo mangiare allora? Occorre seguire le nostre tradizioni culinarie e mangiare cibo vero (meglio se preparato in casa, non artificialeindustriale e quindi costituito da interminabili liste di ingredienti piene di sigle di elementi chimici di cui non si comprende il significato) .

In difesa del ciboDi m. teresina-14 febbraio 2011

Ho appena finito di leggere questo libro. Credo che questo scrittore farà felici un po' tutti i lettori. Proseguendo nel lavoro d'indagine iniziato nell'ottimo "Il dilemma dell'onnivoro" (Adelphi, 2008), Michael Pollan traccia un ritratto diretto ed efficace di ciò che è diventata l'alimentazione negli Stati Uniti e di riflesso, sebbene in misura minore, nei paesi Occidentali. A differenza del libro precedente, "In difesa del cibo" approfondisce questioni relative alla salute. Un primo fondamentale passo, Pollan lo muove accusando il nutrizionismo di essere più che una scienza un'ideologia, pronta a mutare opinione ogni pochi anni (probabilmente un'ideologia sarebbe più coerente). Pollan cita il lavoro della Harvard School of Public Health in cui vengono smantellati tutti gli argomenti a sostegno della tesi che i lipidi assunti con la dieta causino malattie cardiovascolari. Il problema del nutrizionismo è non riuscire a comprendere che un alimento è più della somma dei suoi singoli costituenti.

Nutrirsi di alimenti semplici e genuiniDi M. Francesco-2 ottobre 2010

L'autore parla di cibo e del suo valore simbolico e nutrizionale, con cui trasforma in vera e propria crociata la sua denuncia alla potentissima industria agroalimentare che condiziona in base ai suoi interessi tutti i consumatori. Gli stessi nutrizionisti, che dovrebbero essere gli esperti del settore e quindi i più affidabili, dice Pollan, spesso cambiano idea senza motivo, inducendo alla fine a mangiare cose sbagliate se non nocive. Il consiglio dell'autore dunque è semplice: tornare a nutrirsi di alimenti semplici e genuini, nulla che le nostre nonne non avrebbero mangiato e se possibile privilegiando il "verde" tra i cibi, ovvero verdure. Questo a dispetto di tante diete e consigli sbagliati da parte di chi ha solo interesse a guadagnare, manipolando l'opinione pubblica a suo piacimento.