Il dialogo tra le giurisdizioni superiori italiane e la Corte di giustizia europea di Davide Lamparella edito da Edizioni Scientifiche Italiane
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Il dialogo tra le giurisdizioni superiori italiane e la Corte di giustizia europea

Data di Pubblicazione:
1 novembre 2014
EAN:

9788849528411

ISBN:

8849528418

Pagine:
110
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Il dialogo tra le giurisdizioni superiori italiane e la Corte di giustizia europea

Istituto di rilevanza cruciale per i rapporti tra ordinamenti nazionali ed ordinamento europeo, il rinvio pregiudiziale è progressivamente venuto a svolgere un ruolo di catalizzatore del dialogo tra la Corte di giustizia e le corti nazionali, favorendo il processo di formazione e definizione del diritto europeo e l'integrazione fra ordinamenti. La presente opera - elaborata sulla base della più recente giurisprudenza e tenuto conto dei più accreditati orientamenti della dottrina - intende ripercorrere le tappe più rilevanti di tale dialogo, illustrandone le opportunità in termini di circolazione di principî e istituti fra ordinamento europeo ed ordinamenti nazionali e viceversa. Il dialogo fra le corti si è, infatti, evoluto verso un "circuito costituzionale" che, coinvolgendo sempre di più anche le giurisdizioni superiori degli Stati membri - spesso restie ad incamminarsi sulla strada dell'integrazione per timore di perdere le proprie tradizionali prerogative favorisce una vera e propria osmosi di valori fondamentali tra ordinamenti, accelerando la costruzione dell'Europa unita e innalzando il livello complessivo di tutela dei diritti e delle libertà.

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Un moderno diritto costituzionale sovranazionale.Di n. cesare-16 gennaio 2015

La presente opera tratta di istituti e questioni proprie del diritto pubblico in senso lato, in particolare del diritto costituzionale e del diritto dell'Unione europea. Si configura come un lavoro di ampio respiro che parte dall'esame di un istituto di rilevanza cruciale per i rapporti tra ordinamenti nazionali ed ordinamento comunitario, ovvero il rinvio pregiudiziale. Previsto e disciplinato dall'art. 267 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, esso consiste nella facoltà – che per i giudici di ultima istanza diventa un vero e proprio obbligo – degli organi giurisdizionali degli Stati membri di adire la Corte di giustizia ogniqualvolta si presenti la necessità di interpretare una disposizione o di accertare la validità di un atto di diritto europeo. Nel corso della trattazione, oltre a ripercorrere la giurisprudenza della Corte di giustizia in materia di requisiti soggettivi che ha condotto all'elaborazione di una nozione comunitaria di "giurisdizione" e di requisiti oggettivi per la proposizione di un rinvio pregiudiziale, l'autore ha messo in luce il ruolo svolto dal dialogo tra Corte di giustizia e corti nazionali nel processo di formazione e definizione del diritto europeo e, pertanto, nell'avanzamento del processo d'integrazione sovranazionale. La Corte di giustizia ha infatti avuto l'opportunità di introdurre nuovi principi e di precisare la portata di altri, contribuendo così allo sviluppo dell'acquis comunitario, proprio in occasione di procedimenti pregiudiziali attivati da tribunali degli Stati membri. L'obbligo di rinvio pregiudiziale ad opera delle giurisdizioni superiori – fra cui, nell'ordinamento italiano, la Corte costituzionale e il Consiglio di Stato – pare scontrarsi con la tradizionale ritrosia di tali corti ad avviare e intrattenere un proficuo dialogo con la Corte di giustizia, spesso erroneamente percepita quale usurpatrice di funzioni e prerogative. L'autore ha acutamente rilevato quanto invece l'apertura a un tale confronto possa condurre alla nascita di un vero e proprio "circuito costituzionale" del quale siano parte, in primo luogo, la Corte di giustizia e le Corti costituzionali nazionali, circuito che contribuirebbe di certo all'arricchimento dell'ordinamento europeo, alla circolazione degli istituti e delle best practices e a un innalzamento dello standard complessivo di tutela dei diritti e delle libertà fondamentali. L'autore si è cimentato con la giurisprudenza della Consulta in tema di rapporti tra ordinamento comunitario e ordinamento italiano, ripercorrendo le varie fasi della stessa sino al definitivo riconoscimento, ad opera del Giudice delle leggi, del primato del diritto europeo, suggellato dal legislatore della riforma del 2001. Alquanto interessante è la ricostruzione degli orientamenti della Corte in tema di legittimazione a proporre rinvio pregiudiziale mediante un'analisi completa della "percezione" che la Corte ha avuto e ha di se stessa come "giurisdizione". In un'ottica comparatistica, l'autore ha altresì proceduto ad analizzare l'atteggiamento dei giudici costituzionali degli altri Stati membri dell'Unione europea in merito al dialogo pregiudiziale con la Corte di giustizia, spaziando dall'ordinamento austriaco a quelli tedesco, belga, francese, britannico, spagnolo, portoghese, e persino a quelli polacco e lituano. La trattazione si conclude con un capitolo dedicato alle supreme magistrature amministrativa (Consiglio di Stato) e contabile (Corte dei conti) italiane. Anche con riguardo a detti organi giurisdizionali, l'autore ha analizzato l'evoluzione giurisprudenziale in tema di rapporti con la Corte di giustizia, segnalando le opportunità e le potenzialità offerte da un crescente confronto con i giudici di Lussemburgo e, più in generale, dagli strumenti e dai meccanismi offerti dal diritto europeo. L'autore è abilmente e brillantemente riuscito a cogliere lo stato dell'arte dei rapporti tra ordinamento europeo e ordinamenti nazionali e il grado di avanzamento del processo d'integrazione sotto il profilo giuspubblicistico.