Descrizione Dialettica dell'illuminismo
Scritta in stretta collaborazione dai due pensatori tedeschi durante la guerra, l'opera risponde al bisogno di tradurre sul piano speculativo una duplice esperienza: quella dell'Europa devastata dal fascismo, che gli autori si erano lasciata alle spalle, e quella della società americana che li aveva accolti. Entrambe le esperienze provano - ed è la tesi del libro - che l'illuminismo ha la tendenza a rovesciarsi nel suo contrario, non solo nell'aperta barbarie del fascismo, ma anche nell'asservimento totalitario delle masse attraverso la blandizie dell'industria culturale. Secondo gli autori, la libertà nella società è inseparabile dal pensiero illuministico. Il concetto stesso di questo pensiero, tuttavia, implica già il germe di quella regressione che oggi si verifica ovunque. Per questo essi affermano che se l'illuminismo non accoglie in sé la coscienza di questo momento regressivo, firma la propria condanna, e che è un dovere di tutti riflettere sull'aspetto distruttivo del progresso. Gli autori vollero qui dare un contributo, poi risultato essenziale, a questa che è una "comprensione teoretica dell'oggi". Già edita una prima volta nel '47, l'opera è tra l'altro uscita nei "Paperbacks" nel 1980.
Recensioni degli utenti
Il petomane-31 dicembre 2010
Adorno mi deve un drink; -) quella loffa sfiatata viscido palloncino gonfiato di merda
Dialettica dell'illuminismo-29 settembre 2010
Un'opera complessa nella sua realizzazione quanto semplice nel suo assunto di base: occorre che l'Illuminismo accolga la coscienza delle proprie contraddizioni perchè possa superare la condanna di se' stesso e rivalutare finalmente la sua carica di emancipazione per l'uomo ed il mondo. Una volta delineato la struttura della filosofia illuminista, gli autori si soffermano sulle principali contraddizioni interne al suo pensiero, dalla perdita del soggetto nella totalità, alla repressione delle passioni naturali (Odisseo, Juliette), all'antisemitismo come lotta contro la natura repressa in noi e negli altri. Di notevole spessore l'ampia parte dedicata all'industria culturale, ricca di spunti interessanti che non possono non ricordare da vicino analoghe pagine di quel Benjamin che ha rappresentato spesso il terzo polo di quel gruppo di pensatori della scuola di Francoforte che così grande influenza ha esercitato sul processo di revisione dialettica della società del secolo scorso.