Delitto di mezza estate. Le inchieste del commissario Wallander vol.7 di Henning Mankell edito da Marsilio

Delitto di mezza estate. Le inchieste del commissario Wallander vol.7

Editore:

Marsilio

Traduttore:
Puleo G.
Data di Pubblicazione:
14 giugno 2010
EAN:

9788831706704

ISBN:

8831706705

Pagine:
608
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con la

Descrizione Delitto di mezza estate. Le inchieste del commissario Wallander vol.7

Notte di solstizio: tre giovani in una macchia isolata del bosco nei pressi di Osterlen. Qualcuno li spia. La loro festa si tinge di sangue. Intanto, la quiete della centrale di polizia di Ystad è spezzata dal ritrovamento del corpo di Svedberg, da anni collega di Wallander, ucciso da tre colpi di pistola sparati in pieno volto. Due foto tra le carte di Svedberg convincono Wallander dell'inesorabile intreccio tra i due casi di omicidio, ma l'assassino è sempre un passo in anticipo sulle mosse degli investigatori, che sono alle prese con gli inquietanti segreti di "uno di loro", un uomo che credevano di conoscere. È impossibile intuirne i movimenti, prevedere chi sarà la sua prossima vittima: in una calma apparente cova la follia criminale.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 7 recensioni

Le inchieste di K. Wallander: n7Di c. enrico-19 settembre 2011

Mantiene l'atmosfera dei gialli scandinavi così come mi sono piaciuti: vicende forti ma non inverosimili, personaggi comuni con difetti e pregi di tutti, l'ambiente nordico, con le sue particolarità sobrie (non da cartolina) , i costumi e gli usi di un mondo vicino a noi, simile ma anche molto diverso. Di fatto questi romanzi sono anche gialli ma non solo, così la trama è occasione per dare lo spaccato di un mondo oltrecchè diverso anche apripista su tanti aspetti della società di oggi. Sto finendo la lettura con dispiacere!

Delitto di mezza estateDi B. Salvo-10 agosto 2011

Lento, l'autore procede a tentoni, forse un po' troppo per le mie preferenze, l'intreccio di per sé non è particolarmente noioso, ma è condotto con una certa lentezza e con dialoghi, dialoghi, dialoghi e ancora dialoghi. Ci sono dei punti in cui Mankell mi fa tornare alla mente gli scrittori di feuilleton del XIX secolo, pagati un tanto a riga (ottimo espediente, un personaggio un po' sordo che si facesse ripetere le battute), e bisogna ammettere che una lieve punta d'esasperazione coglie il lettore. Dato che le idee di fondo sono accettabili, perché non snellire il romanzo di un paio di centinaia di pagine se non ci sono altre implicazioni esterne alla vicenda? (penso a romanzi come Il cinese, che poco hanno del thriller, o alcuni della serie Wallander in cui parte della trama è ambientata all'estero con relativo approfondimento sociale e che giustificano una maggior mole). Il giallo si apre con l'assassinio di Svedberg, collega poliziotto della centrale di Ystad, già coprotagonista dei gialli precedenti della serie, e con il solito pluriomicidio con caratteristiche stravaganti che darà la stura a tutta una serie di indagini ardue e spesso apparentemente bloccate in una strada senza uscita. Ci sono piccole incongruenze nella trama, obiezioni facili e ovvie che non vengono sollevate da nessuno, soluzioni date per scontate e che così scontate non sono, piste che non vengono battute per nulla e intuizioni miracolose senza nessuna logicità. Senza contare il fatto che Kurt Wallander è uno smemorato fin troppo imbranato che lascia sempre in giro il cellulare, la pistola, e qualunque altro oggetto utile a risolvere certe situazioni potenzialmente pericolosissime soprattutto quando si ha a che fare con un sanguinario pluriomicida. E per non parlare del classico (e un po' ripetitivo) espediente mankelliano del particolare che il subconscio di Wallander ha notato ma che la memoria ha cancellato, che continua a ronzare come un'ossessione, e che tornerà sotto forma di brillante intuizione a tempo debito. Il romanzo merita comunque tre stelle (precisazione: le stelle dei gialli e dei thriller le considero stelle di peso diverso rispetto a quelle di altri e ben più nobili generi letterari, perché è vero che un giallo può essere scritto bene o male, ma mi pare che l'unico altro aspetto che conti oltre lo stile sia quello della fabula) perché è una lettura piacevole e distensiva senza tante pretese, ma è di minore coinvolgimento rispetto ad altri gialli precedenti della serie. Il rischio prevedibile è che, come sempre accade, la prosecuzione della serie porti alla ripetitività delle tematiche e dei personaggi, alla perdita di interesse e alla mancanza di originalità.

Molto belloDi z. paride-29 luglio 2011

In questo episodio muore uno dei protagonisti della serie di Wallander: Svedberg. Insieme a lui vengono commessi altri delitti e per Wallander è difficile mantenere la luciditò per capire cosa hanno in comune questi episodi. Uno dei più bei libri della serie di Mankell che ha come protagonista Wallander.

Molto belloDi z. paride-29 luglio 2011

In questo episodio muore uno dei protagonisti della serie di Wallander: Svedberg. Insieme a lui vengono commessi altri delitti e per Wallander è difficile mantenere la luciditò per capire cosa hanno in comune questi episodi. Uno dei più bei libri della serie di Mankell che ha come protagonista Wallander.

IntriganteDi b. laura-14 febbraio 2011

Wallander, sgomento per la morte del collega e amico Svedberg, si trova alle prese con altre morti avvenute durante la festa del solstizio. Sarà solo grazie alla sua grande tenacia che Wallander riuscirà a scoprire il nesso fra le morti dei ragazzi e quella di Svedberg.

Ottimo!Di S. Miriam-24 dicembre 2010

Scrittura asciutta e lineare, personaggi ben caratterizzati, protagonista ben lontano dall'essere un eroe, eventi finemente intrecciati e ben correlati fra loro. Libro davvero ben riuscito e capace di mantenere vivo l'interesse del lettore.