De l'écriture tactile à l'image. La figuration du fantasme chez Jean Genet et Pierre Klossowski di Fabrizio Impellizzeri edito da Il Lunario

De l'écriture tactile à l'image. La figuration du fantasme chez Jean Genet et Pierre Klossowski

Editore:

Il Lunario

Data di Pubblicazione:
2008
EAN:

9788881811113

ISBN:

8881811111

Pagine:
160
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De l'écriture tactile à l'image.Di I. Fabrizio-18 giugno 2008

Il saggio si propone di analizzare l'espressione e la manifestazione del desiderio erotico nelle opere letterarie e artistiche di Pierre Klossowski e Jean Genet, testimoni di un particolare uso del linguaggio e dell'immagine sia nella scrittura che in altre forme d'arte come il cinema e la pittura. Il binomio linguaggio e immagine è proprio l'asse sul quale si orienta l'intero studio. La scrittura ha quindi il potere di erigere dei corpi, di farli palpitare d'energia sessuale, di farli desiderare dal "lettore-voyeur". Il linguaggio e la pittura si propongono come una concreta esperienza della metamorfosi del sogno in realtà, del passaggio dall'inconsistenza dell'idea alla consistenza tattile del reale. Ciò che si desidera si trasmuta nell'opera d'arte in carne, in una sorta di "coito" tra il soggetto e l'oggetto, tra l'Io e l'Es. L'epidermide non è più soltanto la superficie che copre il corpo, ma nella sua essenza rivela ciò che essa stessa nasconde: un'anima. La pelle si fa supporto, specchio rifrangente del desiderio di chi la guarda, di chi la scruta nelle sue ombre, nei suoi rigonfiamenti, nelle sue escrescenze. La sintassi dello scrittore, la matita del disegnatore, ne rimodellano i contorni a proprio piacimento ingrandendone, con feticistica intenzione, le zone più rispondente alle loro ossessioni. Il corpo subisce una specie di metamorfosi, dalla fabula alla realtà, che solo i personaggi mitologici hanno potuto interpretare e rivelare. La teatralità dei gesti, nelle sue varie sfumature, traduce un principio essenziale di piacere che spazia dalla virilità esasperata, alla violenza carnale e sublimata, ma tutte "piacevolmente" rispondente all'assioma sadomasochista della vittima e del carnefice. La scrittura diventa un atto onanistico e l'opera d'arte un bisogno antropofago di possedere l'Altro. L'artista, nel suo vertiginoso viaggio verso lo smascheramento delle proprie fantasticherie erotiche, vive ed esprime a questo punto l'eterno paradosso del vedere e dell'essere visto, del visibile e dell'invisibile, del dicibile e dell'indicibile, del maschile e del femminile...