Il De docta ignorantia di Niccolò Cusano. «Sub specie educationis»
- Editore:
Anicia (Roma)
- Collana:
- Noumeno
- Data di Pubblicazione:
- 7 novembre 2018
- EAN:
9788867093885
- ISBN:
8867093886
- Pagine:
- 317
- Formato:
- brossura
Libro Il De docta ignorantia di Niccolò Cusano. «Sub specie educationis» di Luciano Bellatalla, Giovanni Genovesi
Trama libro
Gli autori affrontano un'operazione singolare rispetto ad un testo che è da sempre considerato un incrocio tra teologia e filosofia. Qui, esso viene letto "sub specie educationis", secondo un orientamento interpretativo che permette di far risaltare la modernità del pensiero di Cusano. Per gli autori, si tratta di una modernità legata non tanto alla capacità di anticipare idee future quanto di creare idee senza tempo, ossia tali che in ogni epoca sono necessariamente significative e intellettualmente feconde. Simili idee, sempre un passo avanti rispetto al qui e ora sono, paradossalmente, inattuali nella loro attualità. Fra queste idee rientra anche quella che auspica un'autonomia del processo di conoscenza e della specificità del metodo scientifico. Se ciò vale per tutte le scienze particolari, dovrà valere anche per la Scienza dell'educazione. Anzi una simile posizione consente di perseguire questa particolare scienza con maggiore consapevolezza e competenza. Tutta una serie di problematiche educative sono racchiuse nella "Docta ignorantia". Cusano s'inserisce in quella piccola schiera di intellettuali che sono riusciti a scorgere ciò che ancora non c'era, ma che pure sarebbe stato necessario per alimentare all'infinito la voglia di conoscere e di far conoscere. Due dimensioni che si intrecciano indissolubilmente, nella costante dinamicità di infiniti mondi. In questo intrecciarsi l'uomo è un attore decisivo e non solo parte passiva egli è il collaboratore di Dio. "L'homo faber fortunae suae" è colui che costruisce la sua esistenza e le dà significato. La filosofia dell'infinito di Cusano è un intreccio di idee senza tempo che aprono immensi orizzonti in cui il pensiero può addirittura annegare: ma "il naufragar ... è dolce in questo mare".