La dama e l'unicorno

Dietro la trama degli arazzi si nasconde la storia di vari personaggi in una Francia di fine XV secolo, a condurre il gioco è il pittore Nicolas con il suo lavoro e la sua passione per le delizie della vita, la donna in primis. Il libro che ho preferito di T. Chavalier, con una descrizione colorita e una lettura fluida e leggera. Lettura consigliata!

Il romanzo si snoda intorno alla creazione dei famosi e splendidi arazzi quattrocenteschi conservati al museo Cluny di Parigi. Partendo dal poco che si sa ed è storicamente accertato dei proprietari delle opere, l'autrice intesse un romanzo colorito e variegato, secondo il punto di vista dei personaggi principali, attori e creatori della trama. In un periodo in cui erano le scene di guerra il soggetto preferito dei tessitori fiamminghi, a cui si rivolgevano i ricchi nobili di tutta l'Europa per effettuare i lavori, la storia romanzata, con un fondo di verità, tenta di spiegare cosa ha spinto il capo della famiglia Le Viste a commissionare l'idilliche e simboliche raffigurazioni della dama e l'unicorno. Tutte le vicende dei personaggi si snodano così dalla commissione all'attuazione dei tessuti, ripercorrendo con precisione didascalica anche tutte le fasi di lavorazione di opere tanto complesse. Nicolas, l'artista autore dei disegni, che verranno poi riportati sugli arazzi, rappresenta un libertino di fine Quattrocento, che ama le donne e la sua vita, pensa solo a se stesso senza preoccuparsi degli altri finché non soggiorna per un periodo nella casa del tessitore di Bruxelles, dove si fa ben volere a poco a poco e prende a cuore il destino della figlia Alienor. Quattro donne che entrano prepotentemente nella vita di Nicolas diverranno il soggetto degli arazzi, ognuna affiancata da un se stesso rappresentato allegoricamente dall'unicorno leggendario.

Dopo aver letto "La ragazza con l'orecchino di perla", mi aspettavo qualcosa di più da questo romanzo, che, invece, mi ha deluso. L'autrice ricalca un pò il suo capolavoro, ritentando con la trama che si muove intorno alla realizzazione di un'opera d'arte, in questo caso un grandioso arazzo, ma con risultati, a mio parrere, deludenti.

Un romanzo che ho acquistato sulla scia della grande e positiva impressione che mi fece la lettura de "La ragazza con l'orecchino di perla", ma che mi ha decisamente deluso. Ancora una volta Tracy Chevalier costruisce la trama prendendo le mosse da un'opera d'arte, in questo caso la tessitura di un arazzo. Insomma, ci si aspetterebbe da lei qualche spunto diverso ed una trama più intrigante.

Il libro è leggero e scorrevole, la storia viene narrata attraverso l'intercalarsi originale della voce dei protagonisti, in prima persona, pur mantenendo intatta la gerarchia dei ruoli. La lettura non viene appesantita né da descrizioni logorroiche né da una ricerca di linguaggio eccessiva, fatta eccezione per la minuziosità riservata alle varie fasi e a quanto utilizzato nella creazione degli arazzi. Con questo libro torniamo ad interessanti usi e costumi lontani da noi ma proprio non è riuscito a coinvolgermi in modo totale, c'è qualcosa che manca o che mi sfugge... Lettura comunque gradevole e consigliata.

Un romanzo che mi ha deluso. Interessante solo la ricostruzione storica di come venivano realizzati gli arazzi fiamminghi nel quindicesimo secolo. La trama però è fiacca e banale. Le vicende non riescono a coinvolgere gran che il lettore. Insomma, un testo che sconsiglio, soprattutto a chi non ha ancora avuto a che fare con l'autrice, che ha scritto senz'altro di meglio.