Descrizione Cuori solitari
Se i romanzi di John Harvey fossero canzoni, a suonarle sarebbe Charlie Parker, ha scritto la New York Times Book Review, e in effetti c'è in "Cuori solitari", il primo romanzo della serie di Charlie Resnick, un piacere doloroso, tutta la malinconia e tutta la dolcezza della vita. Harvey ha portato al noir qualcosa di nuovo, storie che raccontano la realtà senza senza trucchi, e la scrittura di un maestro di stile - come lo ha definito Elmore Leonard, che, come Graham Greene, ti dice tutto quello che hai bisogno di sapere con una prosa chiara e semplice. Per Resnick e per i suoi colleghi l'indagine non è un gioco di intelligenza tra polizia e colpevole, ma routine e sudore, approssimazioni ed errori, scartoffie da riempire e prepotenze.
Recensioni degli utenti
Niente di speciale...-29 gennaio 2011
Sinceramente mi aspettavo che fosse un libro molto più avvincente e coinvolgente, invece è piatto, senza colpi di scena, i personaggi non hanno nulla di speciale, sono rimasta sinceramente delusa...
come un nostalgico pezzo di jazz ...-28 settembre 2010
"Se i romanzi di John Harvey fossero canzoni, a suonarle sarebbe Charlie Parker", ha scritto la New York Times Book Review. Sono i gialli che preferisco, quelli dove non ci sono azioni mirabolanti da super eroi, ma lavoro, quello vero, duro, fatto di pazienza, di ricerche, di riscontri, di agenti che vanno di porta in porta, e che ricominciano se necessario, e soprattutto della frustrazione di sentirsi impotenti quando i superiori chiedono un colpevole, quando la stampa è feroce, quando l'opinione pubblica è ostile, quando non si ha uno straccio di indizio. I delitti -sono due- riguardano donne che utilizzavano una rubrica di incontri appunto di cuori solitari, uno di questi incontri è stato per loro fatale, è immaginale quindi quali e quante siano le difficoltà di circoscrivere una rosa di sospettabili tra tutti gli uomini che corrispondono, rispondono agli annunci o sono loro stessi a pubblicare. Ne emerge uno spaccato di solitudini, di bisogno di amore, di riscatto personale, di tristezza. E poi, che dire, Charlie Resnick è sotto tutti i profili un personaggio che mi è piaciuto moltissimo, con i suoi difetti caratteriali ma anche con la sua tenerezza e capacità di farsi coinvolgere emotivamente da storie terribili, con le sue fragilità e contraddizioni. E riguardo allo stile di scrittura, limpido, diretto, chiaro, scorrevole, senza inutili fronzoli ma non privo di approfondimenti e la bella capacità di Harvey di cogliere le sfumature degli stati d'animo e tradurle in una melodia nostalgica.
