Critica della ragion pura
- Editore:
Laterza
- Collana:
- Biblioteca universale Laterza
- Edizione:
- 11
- Traduttore:
- Gentile G., Lombardo Radice G.
- Data di Pubblicazione:
- 2004
- EAN:
9788842019084
- ISBN:
8842019089
- Pagine:
- 690
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Recensioni degli utenti
Fondamentale per il nostro pensiero-1 maggio 2012
Kant è il pensatore asistematico per eccellenza (il contrario di Hegel, in sostanza) e questa sua asistematicità viene fuori anche dalla lettura stessa delle sue opere, di non facile lettura, ma di una profondità e di un valore intellettuale incommensurabilmente grandi. Il suo pensiero si pone naturalmente a fondamento della nostra cultura.
Un monumento alla ragione-26 luglio 2011
Il prezzo da pagare al fiume di idee che il buon Kant riversò su carta in poco tempo è un libro sì monumentale, ma di difficile lettura. La critica sistematica del processo conoscitivo e delle scienze sta alla base di questo volume. Dopo la "Critica", nessun filosofo ha più potuto non confrontarsi con Kant.
Critica della ragion pura-30 settembre 2010
Fa ridere l'idea di commentare in poche righe un'opera di tale importanza e sulla quale esistono quintali di fogli di critica e commento. comunque: altissime aspirazioni sistematiche, un grande proposito gnoseologico, dei buoni risultati tuttora attuali, un' esposizione poco chiara e piana.
Critica della ragion pura-29 settembre 2010
Che dire, riguardo un tale pilastro del pensiero?Mi limito a rilevarne il carattere non così direttamente sistematico, e forse addirittura antisistematico. Che non emerge nella lettura storico-filosofica, che appiattisce il pensiero di Kant sul confronto con il pensatore sistematico per eccellenza, Hegel. Bisognerebbe invece approcciare Kant come un critico e un decostruttore della filosofia, dunque per un pensatore che si batte contro il sistema della ragione, svelandone la nudità, l'infondatezza.
un classico senza tempo-19 luglio 2010
La critica della ragion pura è lo spartiacque tra la tradizione e il pensiero moderno. Dopo questo libro la metafisica non sarà più la stessa. Emblema dell'antidogmatismo, quest'opera mette a confronto le ragioni di chi propugna l'esistenza di dio e di chi afferma la sua non esistenza, per giungere a una conclusione: solo l'intelletto che studia i fenomeni è in grado di approdare a una conoscenza sicura, mentre la metafisica, essendo una tentazione della ragione a esplorare mondi diversi da quello sensibile, non può fornire alcuna conoscenza.