La crisi economica mondiale. Dieci considerazioni
- Editore:
Bollati Boringhieri
- Collana:
- Temi
- Edizione:
- 3
- Data di Pubblicazione:
- 6 novembre 2008
- EAN:
9788833919669
- ISBN:
8833919668
- Pagine:
- 64
- Formato:
- brossura
Descrizione La crisi economica mondiale. Dieci considerazioni
Perché l'attuale crisi economica? Da dove inizia: dall'industria o dalla finanza? Quanto alla fine ha pesato il colossale trasferimento di ricchezza che si è effettuato dal profitto alla rendita in questi ultimi vent'anni? Il passaggio dal profitto alla rendita finanziaria ha provocato la caduta degli investimenti industriali e la conseguente ascesa dei prezzi delle materie prime, a fronte della crescita dei paesi emergenti. Un ruolo assai negativo lo hanno svolto le cosiddette stock options, ossia quelle quote elevatissime degli stipendi dei top manager collegate al valore delle azioni. Ciò ha provocato un incentivo a far crescere con spericolate manovre finanziarie il valore di tali azioni con irrazionali rialzi borsistici e con distorsive e rischiosissime vendite degli stessi debiti attraverso veicoli finanziari senza trasparenza o, che hanno scatenato una colossale crisi di fiducia e conseguenti pesanti riflessi sul credito bancario. Questo libro, mentre spiega in modo chiaro che cosa è accaduto e sta accadendo, è una meditazione morale sull'economia, che rifugge da ogni intonazione populistica, valorizzando l'analisi e la riflessione scientifica, contro l'assordante rumore di una società sempre più priva di senso.
Recensioni degli utenti
Deludente-28 aprile 2012
Non mi aspettavo un'analisi approfondita poichè si tratta di un veloce pamphlet di circa ottanta pagine, ma quanto meno una ottima sintesi delle cause della crisi economica globale, essendo questo anche il titolo, ci poteva anche stare. Le dieci considerazioni (sottotitolo del saggio) poco fanno in questo determinato senso. Lo sconsiglio.
La crisi economica mondiale-1 aprile 2011
Vi sono contenute molte idee, non tutte originali ma alcune pure interessanti. La tesi del Prof. Sapelli è che un sistema capitalistico dove i profitti vengono reinvestiti nel mondo della produzione, e non allocati nella rendita parassitaria, tenendo conto delle potenziali inefficenze ed ingiustizie sociali possibili, è un buon sistema. Ma, ci avverte il Prof, dipende da tutto dagli uomini che gestiscono tale sistema. Grazie, ma allora è come la storia del socialismo dal volto umano che si voleva impiantare nel socialismo reale: dipende tutto dagli uomini. Ma se un sistema dipende da come si alzano gli uomini la mattina, e non da un equilibrio di contrappesi istituzionali e di strumenti di controllo, allora significa che quello non è un buon sistema.