La cripta dei cappuccini di Joseph Roth edito da Adelphi
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La cripta dei cappuccini

Editore:

Adelphi

Collana:
Gli Adelphi
Edizione:
14
Traduttore:
Terreni L.
Data di Pubblicazione:
25 settembre 1989
EAN:

9788845907128

ISBN:

8845907120

Pagine:
196
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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3 di 5 su 8 recensioni

La storia di un Dandy austriacoDi D. Paolo-22 agosto 2011

Sinceramente... Bello. Forse anche per la copertina, non potevo smettere di pensare a Klimt. Descrive perfettamente un mondo morente, anzi lo descrive quando è già morto, familiare e allo stesso tempo diversissimo da noi, gradevole, nostalgico (di se stesso? ) e contemporaneamente angosciante, arrancante. Vuoto, in un certo senso. Attraverso gli occhi del protagonista, Trotta, tutto appare privo di significato e lontano; vive nell'attesa di una guerra che nel libro è svolta in poche pagine e nel ricordo della quale poi vivrà il resto della vita. Insomma uno spreco, una beffa senza motivo. Così come l'ideale di fedeltà alla monarchia che, apparentemente nobile quand'essa è decaduta, nasce in realtà solo quando può diventare rimpianto perchè non è mai esistito nel momento in cui detta monarchia era al potere. Sembra insomma un ritratto fine a se stesso, dal tempo deliziosamente piegato alle necessità del narratore, se non si percepisse dietro di esso una realtà un po' nauseante, poco comprensibile per chi non l'ha vissuta, ma riconoscibile in un modo oscuro e istintivo. Amaro, struggente, paralizzante.

La fine di un mondoDi b. claudia-7 agosto 2011

Un giovane che sa fare solo il giovane benestante di buona famiglia e vivere "alla nottata" bighellonando con gli amici e disdegnando - perchè così è di moda e così fa la sua cerchia di amici decadenti- gli affetti, le consuetudini, la fede, si trova a vivere la fine di un'epoca, quella dell'impero asburgico che verrà travolta dalla prima guerra mondiale, vivrà un faticoso dopoguerra per approdare poi nel regime nazista allora nascente. Narrato in prima persona dal protagonista, lucido ed essenziale, pervaso da un senso di stanchezza e dal vago presagio della morte, di una fine imminente.

La cripta dei cappucciniDi V. Osvaldo-3 aprile 2011

Romanzo dallo stile pulito e scorrevole, cristallino. Una figura di inetto (bene o male non sa fare nulla), ma non per perticolari problemi o drammi psicologici, ma solo perchè ciò che sapeva fare (cioè il giovane benestante, semi-nobile) non esiste più nella nuova società creatasi dopo la I Guerra Mondiale. La vicenda è interessante, e ha vari risvolti: i veri affetti nel cugino caldarrostaio e nell'amico vetturino; il rapporto con la madre complicato; il problema dell'amore... Alla fine la decisione di vivere rimanendo postumo a se stesso, scelta che verrà in qualche modo spezzata da un altro crollo del mondo quello dovuto all'avvento del nazismo su cui si conclude il libro. Lo stile è scorrevole, brillante, la concatenazione dei capitoli è forte, lo stesso libro asume una struttura circolare attorno al cognome Trotta (del protagonista) che apre e chiude. Molte le osservazioni ironiche, altre quelle che sono molto divertenti, ma pure quelle "umoristiche" che fanno sì sorridere ma svelano qualcosa di profondamente umano e triste.

Grande storiaDi R. Michele-21 marzo 2011

Quella raccontata da Roth in questo libro è davvero una gran bella storia. Lo stile è scorrevole e pulito, privo di macchiavellici passaggi. E' un libro che racconta la giustizia del cambiamento e il suo malessere comune. Anche se con cenni augobiografici rimane una storia compiuta e moraleggiante sulla società.

IndecisioneDi Z. Anna-8 febbraio 2011

Insomma, non saprei cosa dire su questo libro. Si lascia leggere anche se non con un vero e proprio interesse. E' capitato per caso d'avanti a quieti occhi da lettrice e ci ha mantenuto un certo posticino carino ma senza posa alcuna... La "storia biografica" del protagonista stesso del libro è una storia di vita passata, di mondi che cambiano e di consapevolezza del non-essere. Un libro di giustizia e si gradini, la felicità dell'avere tutto e vivere insolentemente delle cose altrui o del perdere poco alla volta qualcosa, acquistre l'amore di qualcuno che si credeva perso da tempo per poi perdere ancor qualcosa per via del tempo, della politica, dello Stato o della vita stessa. E' una bella storia, che sulla fine fa apparire amara anche la castagna più salvifica.

StoricoDi B. Camilla-17 novembre 2010

E' un libro che rimane piacevolmente impresso grazie al periodo storico che racconta (la prima guerra mondiale ed il periodo postbellico) lasciando un nostalgico rimpianto di un tempo che non tornerà.