La coscienza di Zeno. Ediz. critica di Italo Svevo edito da Carocci
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La coscienza di Zeno. Ediz. critica

Editore:

Carocci

A cura di:
L. Martellini
Data di Pubblicazione:
10 giugno 2010
EAN:

9788843054831

ISBN:

884305483X

Pagine:
547
Formato:
brossura
Argomento:
Letteratura, storia e critica: narrativa, romanzieri e scrittori di prosa
Acquistabile con la

Descrizione La coscienza di Zeno. Ediz. critica

Diceva Roland Barthes: "Il critico non può pretendere di tradurre l'opera, e in particolare di chiarirla, giacché nulla è più chiaro dell'opera. Egli può invece generare un certo senso, derivandolo da una forma che è l'opera". Qual è il "senso" della "Coscienza dimeno"? Questa edizione commentata del capolavoro dello scrittore triestino mira ad individuare i problemi linguistici e i rapporti con la psicologia e la psicanalisi; a definire gli aspetti ideologico-sociologici del romanzo; a stabilire i riferimenti col naturalismo e il positivismo, i nessi col darwinismo, con la filosofia tedesca; a collocare l'opera all'interno della narrativa italiana ed europea, a inserirla nell'ambito del decadentismo, a scandagliare i vari paralleli con Freud e con Joyce e Proust, Kafka e Musil, con l'ebraismo, con i modelli Leopardi, Schopenhauer, Nietzsche, con la cultura mitteleuropea e via dicendo, ovvero le sempre nuove sfaccettature che un testo come la "Coscienza", costruito sui limiti del possibile, continua (e continuerà) ancora a rivelare. Zeno, allora, quest'uomo sconosciuto inventato da Schmitz-Svevo, fuori da ogni canone letterario, unico e diverso nell'ambito della letteratura italiana, emerge con tutte le sue psico-patologie della vita quotidiana, tra colpe e innocenza, verità e bugie, nichilismo e fobie, perennemente in crisi, con le sue molteplici visioni e proiezioni, le sue negazioni e gli infiniti contrari.

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4 di 5 su 7 recensioni

La coscienza di ZenoDi P. Debora-29 maggio 2012

In questo libro i malati vengono rappresentati come coloro che non si rassegnano alle convenzioni della borghesia. I sani invece sono quelli inconsapevoli del male presente nella vita, infatti la malattia viene identificata con la vita stessa dell'uomo. Non esiste alcuna terapia che la può curare. La psicanalisi è vista come un modo per conoscere la realtà umana.

La coscienza di ZenoDi M. Marta-13 settembre 2011

"La coscienza di Zeno" è un romanzo caratterizzato da uno stile narrativo prosastico che adatta allo scritto le caratteristiche del parlato. Lo studioso Testa osserva che in un libro che punta sul parlato-scritto, i dialoghi hanno un ruolo di grande evidenza, ma nella Coscienza non ci sono grandi passi dialogati per una scelta strutturale del testo, dove le voci degli altri vengono inglobate nel tessuto narrativo. Inoltre, dove appare il dialogato (come ad esempio nel capitolo del Fumo), i personaggi parlano come Zeno. Le parole degli altri, ovvero il dialogato, nella grande narrativa otto-novecentesca hanno una funzione di caratterizzazione mimetica e quindi mettono a fuoco delle caratteristiche fisionomiche specifiche di ogni personaggio. Ciò non vale, però, per La coscienza di Zeno, confermando il soggettivismo assoluto del narratore Zeno, che è la voce predominante. Così, le parole degli altri assumono una rilevanza non di mimesi caratterizzante, bensì di funzione straniante: ovvero un'apertura di varco da un punto di vista diverso del narratore. Il dialogato acquista, così, significato ideologico. Geniale!

La coscienza di ZenoDi E. Lorenza Valeria-13 novembre 2010

Non può non suscitare simpatia il protagonista, personaggio tragicomico che rappresenta un po' ognuno di noi, almeno in alcuni momenti della vita o per certi aspetti della personalità e del comportamento. Certo, non tutti i lettori si immedesimeranno nella sua attiudine "passiva", ma certamente farà sorridere e riflettere.

Il nuovo inettoDi G. Aldo-14 ottobre 2010

L'opera non è altro che la stesura di un memoriale, una sorta di confessione autobiografica a scopo terapeutico da parte del protagonista Zeno. Riesce a mettersi in continua discussione con se stesso e con gli altri, evitando cosi il suicidio.

SvevoDi D. Marco-27 settembre 2010

Non ho mai conosciuto un personaggio tanto antipatico come Zeno Cosini. La sua inettitudine, la sua simpatia penosa e, soprattutto, la sua ipocondria mi hanno fatto odiare questo uomo. D'altra parte, Zeno si riscatta: una volta messosi in società con Guido, si dimostra molto più valido dell'amico tanto invidiato. La coscienza di Zeno parla e si dispiega lungo la cura psicoanalitica del racconto di sé, mostrando l'uomo inetto, l'uomo grigio. L'incapacità di vivere sta alla base del romanzo di Svevo. La crisi del soggetto scaturisce dal racconto del protagonista, aprendosi all'indagine della psiche: non è più Zeno che racconta,ma la sua coscienza.

IntrospettivoDi R. SONIA-27 agosto 2010

Una storia complessa e intrigante allo stesso tempo. Emerge chiara l'influenza del contesto storico cui appartierne l'autore e in particolare l'influenza esercitata dalla psicoanalisi freudiana. Nel capitolo dedicato al vizio del fumo emerge anche una "vena" comica di Svevo. Assolutamente favoloso.