Alla corte di re Artù. Il mito Kennedy
- Editore:
Elèuthera
- Edizione:
- 2
- Traduttore:
- Ferrario A.
- Data di Pubblicazione:
- 17 aprile 2008
- EAN:
9788889490563
- ISBN:
888949056X
- Pagine:
- 240
- Formato:
- brossura
Descrizione Alla corte di re Artù. Il mito Kennedy
Kennedy: il "presidente buono", il volto umano della politica estera americana... un mito diffuso anche nella sinistra italiana ed europea. Chomsky fa qui un'approfondita analisi di questa leggenda contemporanea attraverso una decostruzione-ricostruzione dell ' era kennedyana e, più in generale, della cultura politica che consentì e incoraggiò la Guerra Fredda. E smentisce la favola che sia stata una fase magica della storia americana in cui, come scrivevano taluni giornali dell'epoca, una Tavola Rotonda di luminosi cavalieri, assieme al loro John-Re-Artù, si batteva per la pace, il benessere e la giustizia nell'universo mondo. Poi i "cattivi" uccisero il re. Ma, dice e documenta Chomsky, sono le istituzioni politiche e la cultura politica istituzionale, non i singoli presidenti, le chiavi di lettura per capire la politica estera americana. Re Artù, del resto, non è mai esistito. O, se è esistito, era tutt'altro da quello che si racconta di lui. Come John F. Kennedy.
Recensioni degli utenti
Altro che re Artù!-11 ottobre 2010
Ecco il libro che i tanti apologeti di JFK non ti farebbero mai leggere. Il tema principale dell'opera è l'atteggiamento e l'azione di Kennedy nei confronti della guerra in Vietnam. Un'idea diffusa - e purtroppo dura a morire - vuole che il suddetto presidente fosse contrario all'intervento americano e che, prima di venire assassinato, si preparasse a ordinare il ritiro delle truppe. Attingendo a un'ampia documentazione, Chomsky mostra invece come le cose stessero in tutt'altra maniera: Kennedy fu, sia prima di diventare presidente sia nei suoi tre anni alla Casa Bianca, un convinto interventista; non solo, ma riteneva inconcepibile un ritiro dell'esercito dal Vietnam senza aver prima ottenuto una totale vittoria contro i comunisti. Lo stesso si può dire di Bob Kennedy, che fino alla morte appoggiò le scelte sul Vietnam fatte da Lyndon Johnson, scelte che furono la naturale continuazione della politica di JFK, il quale fu tutto meno che l'eroe pacifista della vulgata corrente.