Corso completo per la prova scritta dell'esame di avvocato

Stiamo attraversando un periodo di profonde trasformazioni sociali e istituzionali, le attività vengono liberalizzate, frotte di abogados provenienti dagli altri Paesi invaderanno le nostre coste, sventolando il titolo di “avvocato stabilito”, impegnando la guardia costiera in una faticosa attività di respingimento a tutela della classe forense italiana; e poi gli scandali che puntualmente scoppiano a ogni esame o concorso per le professioni forensi e gli avvocati che oramai sono diventati cortigiane: rivendicano un decoro ormai perduto ma dietro le quinte fanno un po’ di tutto per pagarsi i codici e l’affitto dello studio.
In questa situazione occorre riformare in fretta l’accesso alla professione, sostituendo questo esame-farsa con un tirocinio-Highlander, dove alla fine “there can be only one”, coronato da una prova finale che serva a risarcire il tirocinante del lungo periodo di studio e di attività svolto e non a tagliare teste senza neanche uno straccio di motivazione, perché la giurisprudenza, per arginare la valanga di ricorsi che si abbatterebbe addosso ai Tar, ha stabilito, tra le risate (amare) di tutti, che il voto numerico sia di per sé sufficiente a motivare una promozione o una bocciatura. È un po’ come se il giudice si limitasse a scrivere il dispositivo tralasciando la motivazione.
Quest’anno dobbiamo attestarci sull’indicazione di atti e pareri ad alta probabilità concorsuale, selezionati tra i molti argomenti che la giurisprudenza ha affrontato negli ultimi due anni.
Molti argomenti sono stati modellati sulle pronunce a Sezioni Unite della Cassazione civile e penale; sono stati rielaborati anche gli atti giudiziari alla luce delle ultime novità normative (ad esempio, l’introduzione della posta elettronica certificata).
Un’importante novità è l’aggiornamento del volume alle ultime novità giurisprudenziali tramite QR Code (vedi il box nella pagina precedente).
Come nelle precedenti edizioni, è opportuno dare alcune indicazioni pratiche su “come” si debba scrivere un atto un parere.
Per prima cosa, non scrivete troppo: limitatevi a 4/6 facciate, perché le prove da correggere sono moltissime e i commissari pochi e un po’ indolenti.
Un buon inizio può bastare per mettere i commissari di buon umore e dare la sufficienza, magari dopo una giornata passata nel chiuso delle stanze del Ministero della giustizia a correggere temi zoppicanti.
Curate, ovviamente, lo stile: deve essere semplice e fluido, cioè il contrario di ciò che avete imparato durante la pratica.
Il tema non deve essere un copia/incolla di massime, magari virgolettate: le sentenze devono essere inserite organicamente all’interno di una elaborazione originale, che provi, magari, anche a confutare motivatamente le tesi sostenute dalla Cassazione, se ciò serve alla difesa del proprio cliente.