Contro il giorno di Thomas Pynchon edito da Rizzoli

Contro il giorno

Editore:

Rizzoli

Traduttore:
Bocchiola M.
Data di Pubblicazione:
17 Giugno 2009
EAN:

9788817025805

ISBN:

8817025801

Pagine:
1127
Formato:
rilegato
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Trama Contro il giorno

In un mondo su cui, ancora una volta, incombono catastrofi - il crollo del campanile di San Marco, l'asteroide di Tunguska, la Prima guerra mondiale - si inseguono anarchici, giocatori d'azzardo, milionari, matematici, scienziati eretici, antesignane del libero amore, sciamani, sensitivi, aeronauti e killer prezzolati. Sono impegnati in un caleidoscopio di avventure - tra l'Esposizione Mondiale di Chicago nel 1893 e il Messico infuocato dalla rivoluzione, tra la Hollywood del cinema muto e i Balcani, tra Parigi, Vienna e luoghi difficili da trovare sull'atlante - che raccontano l'avidità senza freni del capitalismo globale, la falsa religiosità, l'ottimismo ingiustificato e il sogno irraggiungibile dell'utopia. Ogni riferimento al nostro tempo è puramente casuale. Con questo romanzo monumentale e trascinante, che giunge dopo dieci anni di silenzio, Thomas Pynchon non descrive il mondo com'è, ma come potrebbe essere con appena qualche ritocco. Alcuni si ostinano a credere che sia questo uno degli scopi principali della letteratura.

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4 di 5 su 3 recensioni

Contro il giornoDi a. marco-14 Luglio 2011

E' un librone sorprendente, che se anche un'opera minore dell'autore, lo consiglio. Certo l'Arcobaleno aveva tutto il fascino della novità, ma se non altro lo stile di Pynchon nel frattempo si è fatto ancor più prezioso e raffinato. Se il Mason Dixon si è inventato un inglese del Settecento riveduto e aggiornato per la fine del II millennio, qui lo scrittore si cimenta (non so fino a che punto si possa cogliere in traduzione) in un inglese vittoriano anche questo riveduto e aggiornato, e già questo sarebbe un tour de force spettacolare. Inoltre: il romanzo è uno strano mix di western, fantascienza alla Wells e Verne, romanzo d'appendice, melodramma, e in questo strano ibrido parla della Jugoslavia, dell'11 Settembre, della Guerra del Golfo, e di tante altre cose. Va preso per quel che è, una grande fantasmagoria di un secolo passato (l'Ottocento) che profetizza il secolo a venire (questo, il ventunesimo) . Non sarà il massimo che Pynchon ha saputo dare, ma la seconda scelta di questo scrittore è sempre al di sopra del meglio di tanti altri...

Da leggere.Di F. Annapaola-31 Luglio 2010

Allora, secondo me il nocciolo del romanzo è da ricercarsi proprio nel titolo, contro il giorno, ovvero contro il mondo nel suo aspetto costrittivo, inevitabile; contro l'inevitabilità di ciò che ci opprime o semplicemente ci attende. Il termine "giorno" è usato in questa accezione per tutto il libro e questa lotta è forse l'unico elemento unificante di un romanzo che altrimenti è davvero difficile, se non impossibile ridurre a una qualsivoglia sorta di unità. L'altro elemento è la giocosità. In questo viaggio contro il giorno sembra che Pynchon si sia messo in testa di allietarci con un'esplosione ininterrotta di fuochi d'artificio. Se amate questo aspetto sornione ma irresistibile di Pynchon, "Contro il giorno" è assolutamente il massimo, è difficile pensare di poter fare di più (anche per Lui). Stiamo parlando di oltre mille pagine di puro godimento. E chiudo con un entusiastico commento che avevo scritto mentre leggevo il libro. Scusate, ma solo a me il capitolo che va da pagina 632 a pagina 641 è sembrato così straordinariamente divertente? Una goduria continua, meglio dei Monty Phyton. E i continui ammiccamenti, non detti, allusioni vaghe e oscure, invenzioni sempre inedite, tipo la faccenda del gas come mezzo di comunicazione e relativa creazione istantanea di miti, leggende, congetture, inquietanti interrogativi senza risposta, cose su cui è meglio non indagare, ma continuamente intraviste, questioni tecniche... o la serratura che si concede di fronte al chiavistello... Un uso del dialogo dal ritmo più che cinematografico, un Pynchon strepitoso che sembra divertirsi moltissimo nel tessere una trama smisurata, tenuta in piedi da legami molto instabili, direi necessariamente, e nel creare immagini mai scontate con una freschezza che dà a questo libro l'impronta del capolavoro.

solito vecchio tommasoDi u. giovanni-12 Luglio 2010

Non è l'arcobaleno della gravità e neanche V (ovvio, si chiamano in modo diverso) Ma da un mix di western, fantascienza, melodramma, 11 settembre e quant'altro, solo il buon tommaso può pensare di creare un romanzo e per di più godibile, come tutti i testi del grande vecchio. Speriamo solo che sia più prolifico.