Compagno di sbronze di Charles Bukowski edito da Feltrinelli
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Compagno di sbronze

Editore:

Feltrinelli

Edizione:
39
Traduttore:
Viciani S.
Data di Pubblicazione:
29 Agosto 2017
EAN:

9788807889325

ISBN:

8807889323

Pagine:
190
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Compagno di sbronze

"Avevamo la sensazione che la vita sarebbe stata una gran cosa" Poeta dell'eccesso, Bukowski porta alta la bandiera di un anticonformismo californiano che ha una lunga storia alle spalle (una storia che comprende Henry Miller, i poeti Beat e una cultura underground tanto articolata quanto pittoresca). In «Compagno di sbronze», forse più che altrove, la vena satirico-umoristica dell'autore assume talora colorature selvagge o addirittura feroci. Colpa dell'atmosfera alienante di Los Angeles («Passai accanto a duecento persone e non riuscii a vedere un solo essere umano»). Ma anche in questi racconti il vitalismo sfrenato, la scelta provocatoria dell'emarginazione e della provvisorietà, la sessualità eternamente in furore sono tanti sberleffi contro il perbenismo conformista, del quale qui si occupa opportunamente l'«Agenzia Soddisfatti e Rimborsati». In fondo al Sunset Boulevard, Charles Bukowski, il "folle", il "fallito", salda il conto con il Sogno Americano. Nuova traduzione di Simona Viciani.

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3 di 5 su 12 recensioni

Cinico Di O. Vincenza-20 Marzo 2018

Raccolta di storie estremamente volgari e senza senso. Ed è proprio questa mancanza di senso che colpisce e tiene il lettore incollato al libro. Consigliato a chi ama l'ironia e non ha freni morali.

GrandiosoDi P. Ornella-20 Maggio 2012

Dissacrante, irriverente, volgare, farneticante, ossessivo. Bukowski unisce nei suoi libri una mistura di dolore, rabbia, desolazione e angoscia. Superato il primo impatto con questo autore cosiddetto maledetto, la lettura dei suoi libri non si limita a soddisfare i primi pruriti adolescenziali ma regala un turbinio di emozioni e paranoie davastanti, in un'altalena di sensazioni piacevoli e disgustose.

Compagno di sbronzeDi M. Chiara-20 Luglio 2011

Aneddoti di una realtà americana la cui brutalità è più pesante di quello che tutt'ora ci si immagina, essi si alternano ad altri racconti di un sarcastico pessimismo incalzante come il jazz vecchio stile. Cronache insaporite dallo stile Bukowski, dalla west coast alla est coast filtrando i bassifondi e troppo alcool.

Compagno di sbronzeDi V. Osvaldo-3 Aprile 2011

Me lo ha prestato, con la promessa che glielo avrei reso presto, da una mia cugina. Innanzitutto, il titolo dell'edizione italiana è edulcorato rispetto al Erections, Ejaculations, Exhibitions and General Tales of Ordinary Madness da cui viene scorporato questo libro inesistente di racconti. Bukowski non mi fa impazzire, detto questo: spogliarsi di ipocrite idee perbeniste fa bene a tutti, pensare che lo stile di vita predominante non sia per forza giusto e anzi castrante fa bene a tutti. Ovvio, i lsuo genere sono i racconti così, scarni, ma la sua scrittura non mi piace se non quando sotto lo scandalo, sotto la vita estrema non riesce a fare uscire qualche significato in più. Secondo me la metà di questi racconti regge.

Compagno di sbronzeDi C. Lisa-14 Marzo 2011

Nei racconti che compongono questo compagno di sbronze finiamo davvero per andare a braccetto del folle Bukowski e della sua geniale quanto graffiante ironia. Ogni storia mette infatti in luce una diversa sfaccettatura dello scrittore ma anche di una società alla deriva e cerca di divertire i compagni di lettura con risultati sorprendenti.

Compagno di sbronzeDi g. andrea-14 Febbraio 2011

Si riconferma uno dei migliori sulla piazza. Il nostro ci offre altri venti mattoncini per contribuire alla costruzione della distruzione del sogno americano: satira tanto elementare quanto efficace si alterna a digressioni sottili e per nulla scontate (quanto scrive bene, quel frocio di Genet! E poi mette Céline tra gli intoccabili); ci sono anche micro-storie nere nelle quali si procede riluttanti sull'unico binario perché non esiste spiraglio di luce per intravedere altra via d'uscita. Inoltre la risata sguaiata cede spesso la scena a momenti introspettivi che non t'aspetti e che risultano tanto più penetranti, quanto più alta è la percentuale di alcool nel fiato del bardo maledetto che te le rutta in un orecchio. In queste storie di guerriglia urbana contro l'ottusità della gente, di ordinaria emarginazione e lucida follia si trovano manciate di perle. P.S. Se la mano è guantata, non vale.