Il commesso

Protagonista del racconto è un ebreo proprietario di un piccolo negozio. La scelta dell'etnia del protagonista non è casuale ma si ricollega al nucleo stesso della concezione di Malamud: la sua interpretazione dell'ebraismo. L'Ebreo, per l'autore, è ciascun uomo, col suo carico di sofferenze e la sua capacità di sopportarle. L'Ebreo incarna in sé ed esprime il dramma connaturato a questa esperienza universalmente umana, dramma che è essenzialmente storico. Se la condizione di reclusione è caratteristica di tutti i personaggi di Malamud, per l'Ebreo si tratta di una scelta imposta dalla necessità, di un riparo e di una fuga.

Il protagonista è Frank Alpine, che dopo tanti brutti avvenimenti del suo passato, decide di vivere meglio; lavora come commesso in un negozio di alimentari. Tratta molti argomenti con la giusta pesantezza, le difficoltà che molti hanno nel cambiare la propria vita, cercando di crescere culturalmente ed economicamente. Un libro toccante, caratterizzato anche dall'amore.

Un titolo e un autore che al grande pubblico forse non dicono molto. Il titolo è di quelli che non attira molto e la copertina fa sembrare il libro noioso. Ma l'impressione noiosa lascia spazio, tra le pagine, ad una narrazione non particolarmente enfatica ma che interessa e non annoia. Non c'è niente di particolare, anzi. Trama lineare e personaggi normali. Probabilmente ciò che ha destato la mia mente è stata il pessimismo generale, la difficoltà del vivere, punto cardine del romanzo. Il tutto è estremamente familiare tanto anche da sorriderci delle volte. Storie agrodolci che ci riflettono e per questo da leggere.

Questo è il miglior libro di Malamud. Un romanzo tradizionale, compatto, ma moderno nelle intenzioni. Il protagonista del titolo è un commesso di origine italiana, che vive un'esistenza sbandata finchè non trova la motivazione per riscattarsi. Un libro malinconico, commovente e ironico. Leggendo "Il commesso" si capiscono le ragioni di tutta l'ammirazione che Roth ha sempre dichiarato per Malamud.

Bel romanzo sulla New York del dopo guerra. Una storia ambientata in un negozio alimentari di Manhattan e basata sull'incontro e sulle problematiche dettate da esso tra il protagonista Frank Alpine, il commesso, il gestore del negozio Morris Bober, un ebreo appartenete alla comunità presente in quella zona della città e dalla figlia Helen. Un romanzo sull'amre e sulla possibilità della redenzione. Interessante

Mi aspettavo - per come me ne avevano parlato in molti - un'opera sconvolgente: in realtà, come mi succede spesso con certi americani, ho trovato un libro "normale" e ne esco relativamente deluso. Morris, il proprietario del negozio, si ammala ogni volta che la storia ha bisogno di una svolta narrativa. Frank, il commesso, compare sulla scena ogni volta che c'è bisogno di qualcuno che colga al volo la suddetta svolta narrativa.