Recensioni degli utenti
A colpi d'ascia - 31 marzo 2011
Me lo regalo mia zia che adesso abita in america. A metà fra il giovane Holden e Zeno, Bernhard si lascia andare, in un linguaggio molto Lynkin park (martellante il ritmo delle frasi, dei periodi, si è costretti a leggere rapidamente e senza pause, quasi in apnea. C'è sempre una seconda voce che interviene, e che dice, in maniera assillante, Pensavo nella Bergére, dicevo nella Bergère), alla descrizione minuziosa e a PH inesorabilmente tendente al 4 di una cena artistico dove di artistico ci sono solo le portate e la mobilia. Crudissima e feroce dissacrazione della cultura contemporanea, della sua artificiosità, con un finale buonista che non mi attendevo, e con ripetitività ossessive (e anche stancanti, probabilmente in maniera voluta. Proprio come certi ritornelli Rap) soprattutto all'inizio. Il romanzo mi ha pienamente catturato a 23, altrove è stata, soprattutto, una lettura ascolto, da uscirne fradicio di sudore e bisognoso di andare a riposare. D'altronde, la cena finisce in piena notte, e la mattina, come si sa, si torna uguali a prima.