La città delle nuvole. Viaggio nel territorio più inquinato d'Europa di Carlo Vulpio edito da Edizioni Ambiente

La città delle nuvole. Viaggio nel territorio più inquinato d'Europa

Data di Pubblicazione:
8 maggio 2009
EAN:

9788896238066

ISBN:

8896238064

Pagine:
180
Formato:
brossura
Argomento:
Industrie del ferro, dell'acciaio e metallurgiche
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione La città delle nuvole. Viaggio nel territorio più inquinato d'Europa

Un mostro ecologico tiene sotto il ricatto della perdita del posto di lavoro una città intera. È enorme, potente e pericoloso per la salute di chi vi abita intorno. È il centro siderurgico che si innalza alle porte di Taranto, ma sarebbe meglio dire che "occupa" la città, un'anomalia tutta italiana. Un viaggio nel territorio più inquinato d'Europa, attraverso la voce dei suoi protagonisti: inserti di una vita vissuta pericolosamente, in un clima segnato da omertà politica, rapporti occultati, vessazioni e omesse denunce. Rilevazioni contraffatte e rivelazioni scomode. E poi morti, tanti, quanti non ci si aspetterebbe, evaporati nel silenzio della città delle nuvole. Tra politici assenti - quando non troppo presenti -, sospetti e scandali annunciati, l'inchiesta di Carlo Vulpio persegue la "scellerata" ricerca della verità, supportato solo dalle attività di una società civile sempre più consapevole, nel (quasi) silenzio dei mezzi di informazione. Perché, almeno fino a oggi, protocolli e atti d'intesa non sono serviti a chi l'acciaieria e gli altri stabilimenti del polo industriale - la respira quotidianamente. Nonostante testimonianze, interrogazioni parlamentari, processi e condanne, il campionario delle vittime non accenna a diminuire: i malati di leucemia del quartiere Tamburi; fumatori incalliti di undici anni; donne e uomini sopraffatti dalla diossina; masserie svuotate; interi allevamenti di bestiame sterminati.

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la più grossa fabbrica italiana di diossinaDi A. Daniela Paola-16 aprile 2010

Nata nel 1905 Ilva, Italsider dagli anni 20 di proprietà pubblica (IRI), poi di nuovo Ilva dall'88, è dal 1995 una società per azioni del Gruppo Riva. L'acciaieria tarantina, oltre a dare lavoro a 13.000 dipendenti, produrre acciaio grezzo, coils, tondo per cemento armato, lamiere da treno, è la più grossa "fabbrica" italiana di diossina. Lo stabilimento, il più grande d'Europa, vanta numerosi punti di forza tra cui l'impatto positivo sull'economia locale e regionale, la posizione costiera, la capacità di soddisfare sia il mercato nazionale che quello mediterraneo, lavorando in un contesto di sviluppo sostenibile (...) garanzia di forte competitività a livello internazionale. Nel documento Politica ambientale datato 3 ottobre 2005, il Direttore per l'Ambiente l'Ing. Luigi Capogrosso s'impegna, tra le altre cose, alla riduzione dei rifiuti e delle sostanze pericolose, la minimizzazione degli impatti ambientali legati agli scarichi idrici ed alle emissioni in atmosfera, (...) rispettando la legislazione vigente in materia ambientale, essendo consapevole dell'impatto correlato alle proprie attività. A realizzazione dell'impegno preso con il Ministero dell'Ambiente e del Lavoro nell'aprile 2008, Ilva presenta e sottoscrive a Roma il 19 febbraio 2009 lo studio di fattibilità comprensivo di cronogramma che prevede la riduzione dell'emissione di diossine entro i primi tre mesi del 2011 a 0,4 nanogrammi/m3 (contro i circa 7 rilevati di recente). Facciamo un passo indietro: nel 2002 (fonte INES) Ilva "produceva" il 30,6% delle diossine nazionali. Nel 2006 il 92%, in aggiunta all'immissione di oltre 2 tonnellate di mercurio (2005). Il libro denuncia l'impatto ambientale del mostro ecologico nel territorio più inquinato d'Europa attraverso la voce dei protagonisti, lavoratori ed abitanti della città di Taranto, che parlano di omertà politica, rapporti occultati, vessazioni, omesse denunce, morti, malati di leucemia, bambini nati con gravi malformazioni, stermini di allevamenti, cibi contaminati. Il libro inchiesta, ristampato a febbraio 2010, è di Carlo Vulpio inviato del Corriere della Sera fino al 2008, anno in cui è stato sollevato dall'allora direttore Paolo Mieli, dall'incarico che lo vedeva penna dell'inchiesta sul caso De Magistris e le Toghe Lucane: Caso de Magistris, toghe indagate "Illeciti per sfilargli le inchieste". L'ultimo suo articolo sul Corriere del 14 marzo parla di transumanza. Intanto a Taranto si parla sempre più di diossina: a marzo 2010 l'Arpa Puglia pubblica il risultato delle analisi ventoselettive presso la masseria Carmine della famiglia Fornaro, presso cui sono stati trovati, quindi abbattuti, 600 capi di bestiame contaminati dalla diossina, in un mix di accumulo pre e post filtri MEEP (che hanno ridotto di 1/10 le emissioni di diossina, anno 2000). Si ventilano ipotesi di indennizzo alle numerose masserie colpite, che hanno subìto ingenti danni dovuti alle contaminazioni. Mentre la magistratura sta svolgendo un'inchiesta per stabilire le responsabilità, è stato vietato il pascolo per un raggio di 20 Km dall'area industriale. A regionali concluse, la palla resta a Nichi Vendola (presidente della regione Puglia dal 2005). Recensione tratta da HOUSE, LIVING AND BUSINESS del 9 aprile