Cirkus Columbia di Ivica Dikic edito da Zandonai

Cirkus Columbia

Editore:

Zandonai

Traduttore:
Ferrari S.
Data di Pubblicazione:
27 ottobre 2008
EAN:

9788895538198

ISBN:

8895538196

Pagine:
127
Formato:
brossura
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Trama Cirkus Columbia

Un lunatico e rancoroso emigrante fa ritorno al luogo natio, una cittadina dell'Erzegovina, dove smarrisce subito il gatto nero a cui è morbosamente legato. L'intera cittadinanza, allettata dalla promessa di una lauta ricompensa, è coinvolta nella folle ricerca del felino, emanazione infernale di bulgakoviana memoria, attorno alla quale si scatena una ridda di episodi esilaranti e tragici al tempo stesso. Ma a sovvertire il precario equilibrio della piccola comunità, già dilaniata da acredini e invidie intestine, non concorrono soltanto il gatto Bonny e i venti di una guerra fratricida, con le sue esecuzioni sommarie, le deportazioni, le fughe precipitose, i vaneggiamenti nazionalistici e il venire alla ribalta di nuova generazione di "patrioti". Sarà un innocuo, disperato trastullo - una giostra che gira senza interruzione sulla piazza - a segnare l'irruzione dell'assurdo, ovvero la clamorosa assenza di significato della Storia, nel suo stesso ripetersi all'infinito. Epopea grottesca e satira corrosiva della "rinascita croata" degli anni novanta, questo racconto a più voci esprime tutta la potenza simbolica di un estro narrativo che, in accordo con la migliore tradizione letteraria balcanica, preferisce il rovescio del mondo al suo diritto, svelando quanto siano labili i confini di una rassicurante identità privata o collettiva.

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3 di 5 su 2 recensioni

Cirkus ColumbiaDi O. Marco-7 luglio 2011

Racconto, meglio che romanzo, frullato di generi diversi. Episodi, intrighi e tradimenti che sembrano le solite stramberie di paese (un burbero compaesano arricchito che torna al villaggio con la seconda moglie musulmana, il suo prezioso gatto che si smarrisce, i giovani bulli che ogni notte fanno "banda", la giostra che arriva in paese) nascondono in realtà un'escalation di follia e di odio. E così, come nella migliore tradizione narrativa del '900, il piccolo nucleo fa da specchio ai grandi eventi. Una pecca di questo raccontoromanzo breve, è che le varie voci non sono ottimamente legate una all'altra e lasciano un pelo di insoddisfazione a livello stilistico.

Cirkus ColumbiaDi C. Omar-7 aprile 2011

Peccato per la troppa sintesi, il libro mette tantissima carne a cuocere, ma alla fine approfondisce poco. Racconto corale in stile misto (diario, epistola, racconto in terza persona che sembra narrato da un membro della comunità di cui si parla) Cirkus Columbia trascrive, ora con ironia, ora con spietata lucidità, uno degli episodi più violenti e più "vicini" della nostra storia: la guerra dei Balcani e la disgregazione dell'allora Jugoslavia. Episodi, intrighi e tradimenti che sembrano le solite stramberie di paese (un burbero compaesano arricchito che torna al villaggio con la seconda moglie musulmana, il suo prezioso gatto che si smarrisce, i giovani bulli che ogni notte fanno "banda", la giostra che arriva in paese) nascondono in realtà un'escalation di follia e di odio. E così, come nella migliore tradizione narrativa del '900, il piccolo nucleo fa da specchio ai grandi eventi. Una pecca di questo raccontoromanzo breve, è che le varie voci non sono ottimamente legate una all'altra e lasciano un pelo di insoddisfazione a livello stilistico.