Cattiva maestra televisione
- Editore:
Marsilio
- Collana:
- I libri di Reset
- Edizione:
- 3
- A cura di:
- G. Bosetti
- Data di Pubblicazione:
- 23 gennaio 2002
- EAN:
9788831779029
- ISBN:
8831779028
- Pagine:
- 128
- Argomento:
- Struttura e processi politici
Descrizione Cattiva maestra televisione
"Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto." (Karl R. Popper) Un classico che ha suscitato un dibattito inesauribile e oggi è più che mai attuale, un una nuova edizione arricchita da un saggio introduttivo di Giancarlo Bosetti e dai testi di John Condry, Karol Woytila, Raimondo Cubeddu e Jean Baudoin.
Recensioni degli utenti
Saggio-22 marzo 2018
Famosissimo saggio di Popper, noto a chi ha studiato filosofia. Nel volume viene presentata in maniera minuziosa quella che è l'influenza esercitata dalla televisione sui più piccoli. Quindi una sorte di allarme sul controllo che dovrebbe essere fatto sui programmi televisivi e non.
Il potere della televisione-30 marzo 2012
Una democrazia non può esistere senza il controllo della televisione: ecco la tesi con cui il filosofo austriaco esprime la sua preoccupazione sul potere del piccolo schermo e sui danni che può causare all'essere umano, quindi alla società. Nella sua brevità, il libro è ricchissimo di contenuti, fra i quali anche un monito all'umanità: quando la società si renderà conto del male che la tv fa all'uomo, sarà troppo tardi.
Cattiva maestra televisione-22 settembre 2010
Cattiva maestra televisione unisce un pamphlet di Popper, introdotto da un saggio di Giancarlo Bosetti, che spiega la necessità di una patente per fare tv, ad articoli di altri nomi importanti nel dibattito sul rapporto informazione – potere, quali John Condry, Raimondo Cubeddu e Jean Baudouin; figura anche un discorso di Papa Giovanni Paolo II sulla potenza dei media a sull’influenza della “bambinaia elettronica” sui suoi piccoli, punto focale anche della teoria di Popper. La tv è maestra, oggi inconsapevole, ma cattiva, forse meno inconsciamente, perché si preoccupa del profitto di uno solo dei suoi allievi: è il suo pupillo audience, il solo (risulta difficile dire “quasi il solo”) obiettivo delle emittenti. Il filosofo politico mette in guardia i suoi uditori da un pericolo generato dalla potenza dei media: la progressiva scomparsa della democrazia.