I bucanieri non giungon più dal mare

Nell'apprestarmi a preparare la pagina dedicata al pezzullo de “I bucanieri non giungon più dal mare” mi son reso conto di quanto sia complicata e rischiosa l'operazione. Immagino il mio tentativo, molto simile al duro lavoro dello spremiagrumi che deve, sempre, avere la meglio su pompelmi, mandarini e bergamotti. Nel trasparente contenitore dell'elettrodomestico raccolgo quanto più succo possibile spingendo a fondo ogni metà frutto, accarezzandone la ruvida buccia. Quindi provo a descriverne l'odore, le sue proprietà nutrizionali, le sfumature dei colori, il suo caratteristico sapore acidulo. Da bambino, era mia madre a prepararmi la spremuta d'arance usando la forza delle braccia e l'abilità dei polsi. Mentre verso il liquido nel bicchiere, noto il progressivo appannamento del vetro e la piacevole sensazione di frescura tra le mani. Purtroppo, però, mi distraggo e combino un piccolo macello. Il succo si è tutto versato, anzi io l'ho rovesciato sul piano, nobile, della scriva mia. I fogli di carta si sono macchiati in maniera irreparabile; non si legge più nulla, non una parola in salvo. Anche la penna è naufragata sotto oceaniche onde d'inchiostro. Adesso che la sete è cresciuta a dismisura, mi arrangio come farebbe, al mio posto, Pegaso aiutandomi con dei rapidi artifici della lingua, italiana! Antonio Andriani La prefazione è di Edoardo Siravo.