Il brigante di Marco Vichi edito da Guanda
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Il brigante

Editore:

Guanda

Edizione:
2
Data di Pubblicazione:
23 aprile 2015
EAN:

9788823510180

ISBN:

882351018X

Pagine:
160
Formato:
brossura
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Descrizione Il brigante

In una notte flagellata da un forte temporale, quattro uomini si ritrovano per caso seduti allo stesso tavolo di una taverna sperduta sui monti dell'Appennino pistoiese. Ma spesso il caso non è altro che una delle vesti di cui il destino si serve per celarsi agli uomini. A pochi passi dai quattro, infatti, sdraiato sopra una panca, c'è un mitico e sanguinario brigante, Frate Capestro. Su di lui circolano molte leggende, storie diverse che concordano tutte sulla sua astuzia e sulla sua ferocia. Adesso, ammantato di nero, il brigante dorme davanti al fuoco, tranquillo, come se non fosse l'uomo più ricercato del Granducato, e nessuno sembra badare a lui. Ma la notte è lunga e, bevendo vino, i quattro uomini - un vecchio, un giovane, dita mozze e l'ultimo arrivato - si raccontano a turno episodi delle loro vite: tutti hanno qualcosa da nascondere, nella memoria di tutti giacciono colpe taciute e mai veramente espiate. Il brigante li ascolta in silenzio, ma alla fine anche lui racconta la sua storia... Riprendendo temi e ambienti della leggenda italiana, Marco Vichi colloca in una Toscana ottocentesca una storia in cui si intrecciano le figure dell'amore e della morte, della giustizia e della passione, una trama di vicende e di destini che toccano l'irriducibile ambiguità dell'esistere.

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3 di 5 su 4 recensioni

Storie di vita...Di C. Guido-26 maggio 2016

Libro strano, senza né capo né coda. Eppure un inizio ce l'ha e anche una fine. Sembra fortemente voluto dall'autore, in uno di quei momenti che ti inducono a scrivere a ruota libera, ma senza un vero impianto dietro, solo per il gusto di raccontare. Per questo sembra monco di qualcosa. Inizia come una fiaba, con un salvacondotto firmato da un nobile riconoscente ad un bandito di strada per un gesto di generosità, continua come un "filò", soltanto che al posto della stalla c'è l'osteria. Racconti di vite vissute e non concluse, come quelle che si raccontano accanto ad un bicchiere. Vino che unisce per pochi momenti esistenze diverse, vite che continueranno ad esistere ma che non ci è dato sapere come. Per questo è senza finale. Nessuno cambierà, nessuno saprà come andrà a finire, tutti seguiranno il proprio corso, predestinato, immutabile, almeno fino a "quando ai serpenti spunteranno le ali", così sostiene Vichi, traslando saggezza popolare. Peccato: libro intenso, attraente ma inconcludente, piace come può piacere un buon bicchiere di vino.

Come una storia di vita...Di C. Guido-5 gennaio 2016

Libro strano, senza né capo né coda. Eppure un inizio ce l'ha, e anche una fine. Sembra fortemente voluto dall'autore, in uno di quei momenti che ti inducono a scrivere a ruota libera, ma senza un vero impianto dietro, solo per il gusto di raccontare. Per questo sembra monco di qualcosa. Inizia come una fiaba, con un salvacondotto firmato da un nobile riconoscente ad un bandito di strada per un gesto di generosità, continua come un "filò", soltanto che al posto della stalla c'è l'osteria. Racconti di vite vissute e non concluse, come quelle che si raccontano accanto ad un bicchiere. Vino che unisce per pochi momenti esistenze diverse, vite che continueranno ad esistere ma che non ci è dato sapere come. Per questo è senza finale. Nessuno cambierà, nessuno saprà come andrà a finire, tutti seguiranno il proprio corso, predestinato, immutabile, almeno fino a "quando ai serpenti spunteranno le ali", così sostiene Vichi, traslando saggezza popolare. Peccato: libro intenso, attraente ma inconcludente, piace come può piacere un buon bicchiere di vino.

DiscretoDi b. laura-18 agosto 2011

Sono un accanito lettore dei gialli di Marco Vichi. Questo libro non è un giallo però in alcune parti mantiene un pò di suspence. Si trovano quuattro amici davanti a pane e vino a raccontarsi tante storie. Un libro che si fa leggere senza però raggiungere un livello di eccellenza come altri libri dello scrittore.

Destini incrociatiDi R. Massimo-19 ottobre 2010

Vichi riprende un topos letterario, quello del racconto a più voci, per narrare di destini maledetti che scorrono come un fiume verso l'unica possibile conclusione.