Il blu che non è un colore

"Il blu che non è un colore" inizialmente colpisce per l'originalità della sua struttura, essendo articolato in una raccolta di dieci poesie, un monologo teatrale e cinque pensieri elaborati a partire da altrettante opere letterarie. Secondo il mio avviso, in letteratura, nessun genere è pari alla poesia nello svelare la personalità e l'ideologia, dell'autore. È per questo motivo che mi sono avvicinata a questo scritto in punta di piedi, con estremo rispetto, quasi temessi di violare una sfera intima e privata. I componimenti lirici si presentano con una metrica libera, esattamente come ci si può aspettare da una giovane scrittrice dei nostri tempi. Alcune poesie sono composte di numerosi versi, altre invece sono più concise, ma tutte testimoniano i conflitti interiori e l'affannosa ricerca di certezze e del proprio io dell'autrice. Non a caso, parole come "mare" e "blu" si riscontrano più volte: la prima rappresenta la metafora della vita, con il suo altalenarsi di quiete e di tempesta, e le onde con il loro continuo movimento rappresentano le emozioni, i sentimenti umani; la seconda è invece allegoria dell'equilibrio interiore, del perfetto connubio tra il vissuto e il percepito. Il testo teatrale, invece, è un urlo di ribellione contro il mondo e la società che, con i loro schemi imposti e le loro regole prefissate e a volte bigotte, non consentono di elaborare il proprio percorso per raggiungere una stabilità, non lasciano spazio all'individualità, alla libera espressione di se stessi. Questo libro è una testimonianza dell'inquietudine e dell'insoddisfazione giovanile, ma impone di chiedersi se certi conflitti abbiano davvero una scadenza temporale o siano destinati a perdurare, in forma più o meno latente, per tutta l'esistenza. Consiglio questo breve libro, lirico e intenso, a tutte le persone sensibili che cercano, nella lettura, un forte coinvolgimento emotivo, anche se penso che potrà piacere anche a tutti gli altri.