Basta. Un urlo che squarcia il silenzio di Silvana Stremiz edito da PensieriParole

Basta. Un urlo che squarcia il silenzio

Illustratore:
Cudicio L., Montalto M.
Data di Pubblicazione:
2010
EAN:

9788896472057

ISBN:

8896472059

Pagine:
128
Formato:
brossura
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Descrizione Basta. Un urlo che squarcia il silenzio

«Questo libro nasce come un grido quasi disperato contro ogni tipo di violenza e abuso. Contro ogni imposizione che non rispetti la dignità di ognuno di noi. Ma il mio grido più forte lo dedico a tutti quei bambini cui viene strappata l'innocenza con atrocità. A quei bambini io mi stringo con affetto e, insieme a loro, grido "basta!". Il mio non vuole essere un semplice grido, ma un abbraccio forte e sincero verso coloro che non hanno più la forza di sorridere o di combattere. Il mio è anche un invito a lottare e ad amare la vita, anche quando sembra che la vita non ci ami. Perché dopo ogni tempesta, torna a splendere il sole».

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Recensione Basta! Un Urlo che Squarcia il SilenzioDi r. domenico-26 luglio 2010

In un mondo distratto, privo di valori, dove l’individuo si concentra sull’edonismo, sulla materialità, sulla superficialità e l’indifferenza, ci sono scrittori attenti, che invece puntano il pensiero sull’essenzialità, sulla realtà, sulle piaghe del nostro vivere quotidiano, quel vivere occulto, nascosto, celato e drammaticamente presente. La poetessa- scrittrice Silvana Stremiz, fa parte di quel genere di autori che sanno osservare e denunciare sottolineando con il cuore e la sensibilità di chi non si nasconde dietro false retoriche, mettendo il lettore a conoscenza di fatti e vicende dolorose dei giorni nostri; pedofilia, violenza sulle donne, dilemmi sulle coscienze come la storia tristemente famosa di Eluana Englaro . Fatti che scuotono le coscienze, facendoci spesso sentire limitati e impotenti, spettatori d’un vuoto esistenziale. L’autrice è un’attenta e sofisticata penna che si destra con sapienza fra narrativa e poesia, passando da il linguaggio e il ritmo musicale delle sue liriche al tono perentorio dei suoi racconti dai quali, scaturiscono immagini crude, canti sofferti dell’anima, dove il lettore viene travolto percependo quanto l’essere umano possa essere capace di tanta nefandezza. Silvana Stremiz, ha la capacità e l’estrosità di sapere materializzare la propria introspezione, il proprio disagio, rendendo “visibile” il pensiero, la rabbia, il diniego verso qualsiasi violenza. Leggendo questo libro, per altro scritto con fluidità e capacità lessicale, si ha quasi la sensazione di udire la voce dell’autrice stessa che, con tono diretto, ci rende testimoni di eventi che aprono uno squarcio su una parte di società, quella società fatta di sopraffazioni, di silenzi, di umiliazioni e omertà. Un libro che è denuncia, ribellione, voglia di gridare “BASTA!”, e Silvana lo dice a chiare lettere, tanto da darne il titolo al libro stesso. Fra queste pagine però, fiorisce un fiore; sono le poesie, dipinti di parole, ritmi e metriche, suoni di verità, di pianto e dolore, poesie di canto ai figli, e sono queste poesie che sanno di buono, d’amore, di mamma. Versi che ci fanno comprendere di quanti risvolti ha la vita stessa, la vita con i suoi colori, le sue ombre, gli incubi profondi e i grandi sogni rosa che ci aprono alle speranze, alla luce in un domani che vorremmo certamente migliore! A cura di Marzia Carocci